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Abuso di alcol, no alla riduzione della gradazione

22/04/2015
Abuso di alcol, no alla riduzione della gradazione"Contrastare l'abuso di alcol diminuendo la gradazione? Una fesseria". Sono furibonde le reazioni del mondo dell'agricoltura veronese al documento del Cnapa, comitato per le politiche e strategie sugli alcolici, che mira a introdurre nuove strategie di riduzione del consumo di alcol riducendo il grado e riportando in etichetta le indicazioni nutrizionali.

Il documento, discusso in Lettonia dai ministri della Salute dell'Unione europea, sta riscuotendo molta preoccupazione tra i vignaioli italiani, che hanno scritto al ministro della Salute Beatrice Lorenzin, ma anche tra i produttori del territorio scaligero, che vanta zone vitivinicole di eccellenza apprezzate in tutto il mondo.

Non ci sta alla crociata anti alcol Christian Marchesini, presidente del Consorzio tutela vini Valpolicella e della sezione viticoltura di Confagricoltura Verona: "L'Unione europea, con tutte queste regole penalizzanti, sta oltrepassando il limite – dice -. Il fenomeno dell'alcolismo riguarda prevalentemente i Paesi nordici, dove si consumano superalcolici o birre, che hanno una gradazione alcolica molto bassa. In Italia abbiamo più di duemila anni di storia sul vino e non si può azzerare una cultura imprenditoriale degli agricoltori con misure generalizzate che andrebbero a colpire anche i nostri consumatori moderati di vino. Dobbiamo essere assolutamente uniti nell'opporci a queste strategie facendo cartello tra i Paesi mediterranei, che promuovono un consumo di vino moderato e consapevole, considerato fattore di salutismo".

Paolo Ferrarese, presidente di Confagricoltura Verona, ricorda che il vino è un prodotto agricolo e come tale va considerato: "Pensare di diminuire il grado alcolico è insensato, perché il vino è un alimento con caratteristiche che non possono essere modificabili. Come si può pensare di ridurre il grado al Valpolicella o all'Amarone? E' una bestemmia. Peraltro si ignora o non si tiene conto del fatto che il vino è soggetto a legislazioni specifiche che, a seconda del disciplinare di riferimento, includono il requisito di un contenuto minimo di alcol. Nella valutazione delle politiche per combattere l'alcolismo vanno presi in considerazione il modello di consumo e la tipologia di prodotto. Il consumo moderato di vino non può essere equiparato all’abuso di superalcolici“.

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