L’Ue e i giovani – cosa significa essere giovani in Europa
Nei suoi sette capitoli, “Being young in Europe today” analizza in generale la composizione demografica della gioventù unionale, il suo ruolo nelle famiglie e nella società, il suo stato di salute, l’accesso e la partecipazione di tale categoria al mercato del lavoro, il tenore di vita e il rapporto che essa ha sviluppato con il mondo digitale. Per garantire una maggiore immediatezza nella consultazione dei dati, è stata realizzata in parallelo un’infografica interattiva, accessibile dal sito internet di Eurostat.
Secondo Mariana Kotzeva, Vice Direttore Generale e Caporedattore di Eurostat, “La pubblicazione di punta si focalizza sugli interessi e sulle preoccupazioni dei bambini e dei giovani e illustra, affrontando temi specifici e di primaria importanza per il pubblico dominio, l’impegno di Eurostat per avvicinarsi ai cittadini dell’Ue. L’obiettivo è quello di evidenziare cosa significa ‘essere giovani oggi in Europa’, ossia affrontare un iter che passa dal percorso scolastico e dalla partecipazione alle attività di svago e sportive, fino al momento in cui si lascia la casa dei genitori e si entra nel mondo del lavoro.”
Tale approfondimento è la risposta ai diversi quesiti ritenuti essenziali per delineare un quadro completo della situazione attuale e futura dei cittadini under 30. Tra i tanti interrogativi, ci si è focalizzati in particolare sulla percentuale, prevedendone anche i futuri andamenti, di cittadini dell’Ue in età giovanile, sull’analisi del passaggio dal percorso accademico al mondo del lavoro, sull’influenza dei mezzi di comunicazione nelle loro vite e su chi effettivamente si prende cura dei bambini.
In primo luogo, per quanto riguarda la percentuale di bambini negli Stati membri, il paese che detiene il dato più alto è l’Irlanda (22%),che supera di quasi sette punti percentuali la media dell’Unione (15.6%). Non altrettanto incoraggiante è invece il dato italiano, che si attesta al terzultimo posto con il 13.9%.
Altrettanto poco di spicco è il dato italiano riguardante l’età media di abbandono della casa natale. Infatti, in media il cittadino decide di rendersi completamente indipendente a quasi 30 anni, età in netto contrasto con quella della Svezia (19.6 anni) e in generale del Nord Europa. In ogni Stato membro inoltre, l’età media delle donne che affrontano questo distacco, è inferiore al dato riguardante gli uomini.
Nonostante le politiche di alcuni paesi per aumentare il tasso di natalità, le previsioni a riguardo riscontrano un andamento leggermente decrescente, prevedendo una riduzione in media dello 0.6% entro il 2050.
In riferimento all’impatto dei mezzi di comunicazione digitali sui giovani, dall’indagine di Eurostat si evince che quasi la totalità dei giovani unionali (87%) utilizza internet quotidianamente, dato ben superiore a quello che fa riferimento al totale della popolazione (65%). Altrettanto significativa è l’informazione riguardante l’utilizzo del telefono cellulare tra i giovani per accedere ad internet (74%) e la attiva partecipazione ai social networks (82%).
Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea