Commissione Ue, presentata l'agenda sulla migrazione
Con questo provvedimento, la Commissione Ue definisce sia le misure immediate che quelle previste per il futuro, così da garantire una migliore gestione del fenomeno che da mesi interessa il Mediterraneo.
L'agenda si presenta quindi come una risposta europea che combina sia politica interna che politica estera, cercando di sfruttare al meglio le agenzie e gli strumenti dell'Ue e coinvolgendo il più possibile tutti i 28 Stati membri. Solo agendo in modo compatto e coordinato, infatti, l'Unione europea potrà essere in grado di fronteggiare l'immane presenza migratoria che interessa sempre più il mar Mediterraneo.
Tra le azioni immediate che la Commissione intende intraprendere c'è quella di triplicare la capacità e i mezzi delle operazioni congiunte di Frontex, Triton e Poseidon nel 2015 e nel 2016, di proporre un meccanismo temporaneo di distribuzione nell'Ue delle persone e un programma di reinsediamento Ue per offrire ai rifugiati più bisognosi 20 mila posti distribuiti su tutti gli Stati membri entro la fine di maggio.
Infine, tra le azioni previste c'è anche quella di varare un'operazione di politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC) nel Mediterraneo per smantellare le reti di trafficanti e contrastare il traffico di migranti nel rispetto del diritto internazionale.
Alla conferenza stampa in cui è stata presentata l'agenda erano presenti il primo Vincepresidente Frans Timmermans, il Commissario per la Migrazione, affari interni e cittadinanza Avramopoulos e l'Alta rappresentante e Vicepresidente Federica Mogherini, la quale ha poi dichiarato:" È un’agenda audace quella con cui l’Unione europea ha voluto dimostrare di essere pronta ad affrontare la situazione disperata di coloro che fuggono guerre, persecuzioni e povertà.
La migrazione è responsabilità condivisa di tutti gli Stati membri e tutti gli Stati membri sono chiamati ora a raccogliere questa sfida storica. Una sfida che non è solo europea, è globale: con l’agenda confermiamo e ampliamo la cooperazione con i paesi di origine e transito per salvare vite umane, combattere le reti di trafficanti e proteggere coloro che sono nel bisogno.
Ma sappiamo tutti che una risposta reale, a lungo termine sarà possibile soltanto se affrontiamo le cause profonde, che vanno dalla povertà all’instabilità dovute alle guerre, fino alla crisi in Libano e in Siria. Come Unione europea, siamo impegnati e determinati a cooperare con la comunità internazionale".
Si tratta di una sfida globale, quindi, che deve coinvolgere non solo gli Stati membri e le istituzioni dell'Unione europea, ma anche le organizzazioni internazionali, la società civile, le autorità locali e i paesi terzi.
Non si è fatto attendere, inoltre, il consenso politico da parte del Parlamento e del Consiglio europei per far mobilitare tutti gli sforzi e i mezzi a disposizione, così da agire in modo immediato e cercare di impedire nuovi naufragi.
Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea
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