“La formazione iniziale-un patrimonio da valorizzare”
04/11/2006
“Noi oggi siamo qui per difendere il sistema veneto della formazione professionale che una riforma della scuola, occultata nella legge finanziaria, vorrebbe smatellare”. Lo ha ribadito l’assessore regionale alla formazione, istruzione e lavoro, Elena Donazzan, di fronte ad una platea di oltre mille persone, intervenute al convegno “La formazione iniziale – un patrimonio da valorizzare” organizzato dalla Regione del Veneto e tenutosi alla Fiera di Vicenza. Al dibattito, moderato dal giornalista Fabrizio Stelluto, oltre ai rappresentanti del mondo della scuola e della formazione sono intervenuti Franco Sech, segretario generale della Cisl Veneto, Vendiamiano Sartor presidente Confartigianato Veneto e Gaetano Marangoni, vicepresidente Confindustria Veneto. “Nella finanziaria che il governo si appresta ad approvare molto probabilmente con il ricorso alla fiducia – ha sottolineato l’assessore Donazzan – troviamo la disposizione dell’innalzamento dell’obbligo all’istruzione a 16 anni. Se ciò venisse confermato si verificherebbero alcune gravi conseguenze al sistema educativo del Veneto, che oggi ha la capacità, nei canali dell’istruzione e della formazione professionale, di accogliere con straordinari risultati di successo tutti gli studenti in obbligo. Un sistema – ha poi ricordato – che ogni anno interessa circa 12 mila ragazzi, il 10% dell’intera popolazione scolastica regionale, che riesce a dare risposte, in termini occupazionali al 92% di quanti frequentano un corso di formazione e che ha contribuito in maniera determinante a ridurre drasticamente l’abbandono scolastico. Con la finanziaria verrebbero rinviati a 16 anni sia l’inizio dell’esperienza didattica dell’alternanza scuola e lavoro, sia quella dell’accesso all’apprendistato, quasi che il percorso formativo che si svolge in ambiente di lavoro sia una forma di bieco sfruttamento minorile e quindi sostanzialmente demonizzato. Inserire una modifica così delicata in un contesto di legge finanziaria che altri obiettivi dovrebbe avere – ha sottolineato con forza l’assessore – fa supporre che gli interessi siano rivolti altrove rispetto gli specifici interessi della scuola, che meriterebbe ben altra attenzione. L’impegno della Regione è che questa nostra formazione professionale sia migliorata e potenziata e mi conforta sapere che quest’impegno ci viene chiesto proprio dal mondo del lavoro e dell’impresa, ma anche dai ragazzi e dalle loro famiglie ed è per questo che saremo in prima linea nel tentativo di far cambiare idea al governo rispetto all’innalzamento dell’obbligo scolastico, che riteniamo un mero attacco ideologico al mondo della formazione, mondo fatto di studenti, di famiglie e di lavoratori che qualcuno vorrebbe considerare di serie C. Contrariamente auspichiamo che venga inserito un cambiamento che tenga in considerazione un sistema regionale di istruzione e formazione. Per quanto ci riguarda – ha concluso la Donazzan – noi manterremo l’attuale finanziamento di 80 milioni di euro all’anno alla formazione professionale, malgrado sia previsto un taglio alla Regione di 150 milioni di euro che ci costringerà, giocoforza, a dei sacrifici. Noi riteniamo questa una scelta ben precisa, un impegno verso il mondo del lavoro, verso i ragazzi e le loro famiglie”. Sulla stessa linea si è espresso Franco Sech, il quale ha poi sottolineato che “l’esperienza veneta per quanto riguarda la formazione professionale e la formazione iniziale è un’esperienza più vicina all’Europa e oggi, forse, più lontana da Roma, per cui dobbiamo sconfiggere questa visione ideologica e difendere il sistema istruzione-formazione del Veneto ed elaborare un progetto complessivo di valorizzazione”. All’aspetto ideologico della prevista modifica della scuola ha fatto riferimento anche Vendemiano Sartor. “Noi stiamo assistendo ad un meccanismo ideologico che credevamo cancellato dalla storia. E di questo ne siamo preoccupati. L’elemento della formazione professionale e dell’apprendistato – ha poi ricordato – è stato alla base dello sviluppo del Veneto. Oggi c’è una carenza di risposte rispetto alle richieste che da vari settori dell’impresa vengono rivolte per quanto riguarda la manodopera formata e qualificata, richieste che in alcuni casi non vengono accolte nella misura del 70%”. In conclusione Gaetano Marangoni ha voluto ribadire l’eccellenza del sistema formativo veneto e ricordare che la formazione è un elemento indispensabile per rendere un sistema competitivo a livello internazionale”.