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Lo stato della natura in Europa

29/05/2015
Lo stato della natura in EuropaLa Commissione europea ha adottato una nuova relazione, che fornisce il quadro generale più esaustivo mai stilato sullo stato della natura nell'Ue. L'immagine che trapela da tale valutazione è in chiaroscuro: le azioni di conservazioni mirate hanno sì avuto successo, ma sono comunque necessari sforzi ben più importanti affinché la situazione migliori significativamente.

Ottimista Karmenu Vella, il Commissario responsabile per l'Ambiente, gli affari marittimi e la pesca, il quale pone l'accento sull'importanza di tale relazione, poiché, benché presenti un quadro complessivamente incerto, dimostra che gli sforzi per migliorare gli ecosistemi vulnerabili possono rivelarsi estremamente efficaci. Il Commissario è comunque consapevole che ci siano importanti sfide ancora da compiere, fondamentali anche perché legate intrinsecamente alla salute dei cittadini e all'economia dell'Unione.

La relazione è la prima valutazione a coprire entrambe le direttive Uccelli e Habitat e si fonda sulla più grande raccolta collaborativa di dati e valutazioni della natura mai realizzata in tutti gli Stati membri nel quinquennio 2007-2012.

Per quanto riguarda gli uccelli, la relazione conclude che oltre la metà di tutte le specie di uccelli selvatici valutati, il 52%, gode di uno stato sicuro. Il 17% risulta tuttavia ancora minacciato, e per un ulteriore 15% si parla di specie a rischio estinzione, che hanno visto la propria popolazione decrescere. Tra queste troviamo specie una volta comuni, come l'allodola e la pittima reale.

Esaminando le altre specie protette dalla direttiva Habitat, quasi un quarto (23%) ha ricevuto una valutazione favorevole. Per più della metà (60%) lo stato indicato è ancora "sfavorevole" (per il 42% è "sfavorevole-inadeguato" e per il 18% "sfavorevole-scadente"). Le praterie, le terre umide e le dune destano particolare preoccupazione.

Per quanto riguarda lo stato di conservazione degli habitat, solo il 16% presenta condizioni favorevoli: la maggior parte degli habitat europei, infatti, è minacciata, seppur in misura minore rispetto al passato, da pratiche agricole invasive e dalle modifiche delle condizioni naturali apportate dall'uomo.

Ma la relazione presenta anche i risultati positivi ottenuti da azioni di conservazione mirate promosse dall'Unione. Ad esempio, da quando l'avvoltoio barbuto Gypaetus barbatus e il gobbo rugginoso Oxyura leucocephala sono oggetto di un piano d'azione dell'Ue, il loro numero ha registrato un sostanziale miglioramento.

Da non dimenticare, infine, il successo di Natura 2000, la rete Ue di aree protette che rappresenta il 18% del territorio dell'UE nonché la più vasta rete di aree protette al mondo: evidente, dai dati riportati dalla relazione, l'importante effetto positivo sullo stato di conservazione delle specie e dei diversi tipi di habitat che Natura 2000 ha apportato.Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea

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