Gestione degli stock ittici, previsioni della Commissione Ue per il 2016
Nella sua relazione annuale sullo stato delle risorse ittiche, la Commissione evidenzia notevoli progressi verso la sostenibilità nelle aree settentrionali e occidentali dell'Unione: nello specifico il bilancio è particolarmente positivo nel Mare del Nord e nel Mar Baltico, dove più del 50% delle attività di pesca nel 2014 si trova a livelli sostenibili.
Il Commissario europeo per gli Affari marittimi e la pesca, il maltese Karmenu Vella, evidenzia l'efficacia delle politiche unionali in quest'area (nel 2009 solo il 14% degli stock ittici dell'Atlantico nordorientale era a livelli sostenibili), che fanno intravedere ora la possibilità di aumentare i livelli del pescato in questi mari, così da contribuire a migliorare le entrate per i pescatori e le loro comunità.
La Commissione, nel suo documento di consultazione annuale, afferma il proprio impegno affinché tutte le attività di pesca nelle acque unionali al di fuori del Mediterraneo raggiungano livelli corrispondenti al rendimento massimo sostenibile, con l'obiettivo, fissato al 2020, di realizzare una pesca sostenibile in linea con gli obiettivi della nuova politica comune della pesca. La Commissione basa le proprie proposte sui pareri biologici formulati dal Consiglio internazionale per l'esplorazione del mare (CIEM), dal CSTEP (comitato scientifico, tecnico ed economico per la pesca) e da altri organismi indipendenti.
Sul versante Mediterraneo, invece, gli sforzi dell'Unione europea non hanno dato i risultati sperati, e la situazione rimane critica: il 93% degli stock ittici valutati, infatti, non è pescato in modo sostenibile.
"Dobbiamo intensificare i nostri sforzi nel Mediterraneo e sviluppare piani di gestione unionali e piani regionali efficaci" ha dichiarato Vella, riferendosi anche alle condizioni in cui versa il Mar Nero, dove l'86% degli stock risulta essere sovrasfruttato. La situazione mediterranea è complicata anche dal fatto che, per poter avviare trattative con i partner di paesi terzi operanti nel Mediterraneo, sarebbe necessario affrontare prima in modo organico le politiche sulla pesca nei singoli Stati membri.
Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea
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