Ue: terrorismo, passi in avanti nella prevenzione
Passo amministrativo necessario per rafforzare la risposta europea nei confronti del terrorismo, e in particolare verso le minacce dei cosiddetti "foreign fighters", stimati dalle Nazioni Unite in 25 mila uomini e donne provenienti da più di 100 nazioni, unitisi ai gruppi di Al-Qaeda e dello Stato Islamico.
La Convenzione riprende in particolare la risoluzione 2178 del 2014 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sui "foreign fighters" e riconosce ogni forma di terrorismo come il più grande impedimento alla sicurezza mondiale, oltre ad essere un atto criminale ed ingiustificabile a prescindere dalle motivazioni che portano a tali comportamenti.
La Commissione ha illustrato, per voce del suo presidente Jean-Claude Juncker, come il terrorismo sia una responsabilità comune dell'Europa, e che l'agenda della sicurezza deve essere un'agenda condivisa, in quanto ogni Stato non può combattere da solo.
L'Unione europea non ha però, ancora firmato la Convenzione, né tantomeno il Protocollo aggiuntivo, sebbene abbia implementato alcune delle misure previste nel "Framework Decision on Terrorism" del 2008.
La commissione intende firmare entrambi gli accordi simultaneamente, sperando che possano essere firmati rapidamente, in modo da essere effettivi al più presto.
Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea