La Settimana Internazionale della Critica , sezione indipendente della Mostra di Arte Cinematografica di Venezia compie quest'anno i 30 anni di attività . Durante questi trent'anni , critici e delegati generali , tutti appassionati e competentissimi , hanno valorizzato autori straordinari , aprendo loro la strada del successo del grande pubblico. Oggi alcuni amici tra questi critici , tra cui Callisto Cosulich cui la Settimana è dedicata , non sono piu' tra noi , e con loro va anche festeggiato questo felice compleanno . Per dirla con Franco La Polla che ne fu uno dei piu' straordinari delegati generali "...più che il bel film o il brutto film , esistono i cineasti , la loro forza , il loro entusiasmo , la giovinezza delle loro idee e delle loro speranze . Se di tutto questo hanno dato prova , allora è giusto accordare loro il nostro credito ."
E credito venne dato 15 anni fa a Peter Mullan esordiente alla regia con Orphans , film ironico e drammatico , che il 3 settembre come ospite d'onore ripresenterà il suo film , ricevendo il Premio Saturnia come migliore opera prima mai presentata alla Settimana . Gli 'orfani' sono i quattro fratelli Flynn riuniti intorno alla bara della loro madre , straordinaria e protettiva . ' Non è niente : non c'è motivo di aver paura ....'. Questa la sua pacificante frase ricorrente . Ma la notte della veglia funebre sarà lunghissima , densa di amarezze , di tensioni degeneranti in risse , di intime miserie . Il pub dove s'incontrano prima della veglia , luogo deputato alla socializzazione , è in realtà un momento di spaesamento da dove comincia la lunga notte violenta popolata di personaggi egoisti e gretti . All'alba i fratelli si riuniranno nella chiesa che nel frattempo è stata scoperchiata dalla tempesta , metafora del disfacimento morale e delle miserie della precarietà dell'esistenza nell'epoca thacheriana . Perso il loro punto di riferimento avranno la possibilità di confrontarsi e soccorrersi a vicenda .
Peter Mullan , che ha ricreato molta autobiografica atmosfera in questo suo esordio , cresce in un sobborgo operaio a sud di Glasgow , con un padre alcolista , dispotico e violento , che Peter odiava a tal punto da tentarne l'avvelenamento . Marxista convinto , il regista fu uno dei leader dell'ala sinistra del movimento teatrale che allora sorse in Scozia e nel 2002 con ' Magdalene ' , da lui stesso sceneggiato e diretto , vinse il Leone d'Oro alla Mostra di Venezia .
Nel corso degli anni la SIC ha sempre sottolineato che la sua selezione ha per fine primario l'individuazione di talenti che sono aldilà di qualsiasi amatorialità e dilettantismo , persone che meritano rispetto per il grado di competenza che sono riusciti a costruirsi indipendentemente da una ben difficile perfezione di esiti . Come scriveva con lungimiranza il presidente Alberto Farassino nel lontano 1993 ,
' La SIC deve essere un punto di riferimento credibile ed attivo per tutto ciò che è in movimento nell'attuale e futuro cinema italiano .'
Ma ovviamente gli esordi quest'anno in concorso per il Leone del Futuro e per il premio del pubblico Pietro Barsiza ( che animò il Circolo del Cinema di Verona ) arrivano da autori di mezzo mondo. A cominciare dalla regista turca Senem Turzen con' Terra Madre' , il viaggio verso l 'Anatolia di una scrittrice e la propria madre , denso di tensioni e problematiche .
Min Bahadur Bham è il primo regista nepalese a presentare a Venezia un lungometraggio , 'La Gallina Nera '( nel 2012 aveva partecipato con un corto .)
Il Portogallo sarà presente con Joao Salaviza , autore di' Montanha' che col suo stile sperimentale descrive il doloroso passaggio alla maturità di un adolescente . Dall'Australia la coppia di documentaristi Butler e Dean ci portano una storia d'amore che spezza le assurde tradizioni tribali . Concluderà la settimana Antonio Capuano , vincitore nel '91 con 'Vito e gli Altri' , considerato il capostipite della 'nouvelle vague' napoletana , con il suo film 'Bagnoli Jungle ', ambientato tra archeologie industriali.
Ancora una volta quindi la SIC propone un' ampia selezione geoculturale di registi promettenti che lasciano intravvedere un futuro per se stessi e per la cinematografia di qualità nel mondo , costituendo uno spazio di riflessione e conoscenza reale tra i clamori che talvolta invadono i giorni della Mostra .

Mariateresa Crisigiovanni