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Il 'tocco 'Lubitsch colpisce ancora a #Venezia72

14/09/2015
 Il 'tocco 'Lubitsch colpisce ancora a #Venezia72Tra i grandi registi presenti nella rassegna Venezia Classici di quest'anno figura Ernest Lubitsch , il grande giocoliere della commedia sofisticata che padroneggiava ogni genere , dalla satira alla tragedia , dal dramma alla farsa . Tuttavia una tale sconvolgente versatilità non avrebbe reso il suo cinema cosi' peculiare se non fosse stato per il suo sgurdo quasi Shakespeariano per i suoi personaggi , in gran parte scapestrati , che il suo acido sarcasmo rendeva totalmente reali . Frequentemente la stessa trama dei films era a loro subordinata , un mezzo per rivelarci i loro meschini battibecchi , le loro debolezze , la fobie , le vanità , i desideri , i sogni e le illusioni in una commedia della vita.

La maggior parte delle volte gli piaceva non andare troppo a fondo per mostrare quanto sottile fosse la patina della loro rispettabilità. Tutti i suoi films sono pieni di scappatelle , storie frivole e tradimenti. . Non c'è un suo film in cui un uomo o una donna non si ficchino in situazioni scabrose . C'era sempre un doppio senso in ogni pagina di sceneggiatura senza tuttavia nudità nè sesso esplicito o pornografia . L'erotismo per Lubitsch era incantesimo, l'adulterio una capricciosa frivolezza. Nei suoi films le camere da letto giocano un ruolo fondamentale con innumerevoli porte che si chiudono dietro donne rifiutate , che si spalancano agli innamorati , che vengono serrate da amanti imbronciate e sbattute da mariti cornuti : un andirivieni esilarante di mariti gaudenti , vedove allegre , femmine fatali. Il sesso è il vero motore che muove la maggior parte dei suoi personaggi ma in modo cosi' lieve da non aver mai avuto alcun problema di censura (se non in Italia per la scena finale di 'Heaven Can Wait ').

A proposito di 'Heaven Can Wait' del 1943 , il film restaurato e ripresentato a Venezia Classici , Lubitsch dice ' Quando lo studio mi chiese perchè volessi fare un simile film , risposi che volevo mostrare il matrimonio in una luce piu' realistica di quanto non si faccia abitualmente al cinema dove un matrimonio felice è troppo spesso ritratto come un noioso intorpidimento consumato davanti al caminetto .' Lubitsch era una mistura di umorismo berlinese sarcastico e sprezzante , di cinismo sorridente da caffè del centro Europa , di ironia ebraica che permeava ogni suo film costringendo lo spettatore a sorridere amaramente sull'assurdità della commedia umana . Tutto cio', oltre al suo scetticismo umoristico sull'animalità dell'essere umano , ha creato la leggenda del suo famoso 'tocco Lubitsch ' ,sinonimo d'impeccabile buon gusto condito da una sofisticata e piccante arguzia . Fondamentalmente si potrebbe spiegare come una 'gag' perennememnte ardita , mai fondata sulla violenza o sulla farsa grossolana e soprattutto mai inserita nel film fine a se stessa . I critici hanno spesso classificato il suo stile come un aroma francese permeato da una dose di satira greca , per quanto la sorgente della sua ispirazione sia certamente ungherese e balcanica. Se come uomo poteva essere considerato quasi naive e distratto fino all'esaperazione , come artista era sofisticato , acutissimo e preciso . Puo' essere considerato il primo grande innovatore in termini di regia , oltre che l'inventore di quella che a torto viene considerata un'invenzione di Godard e della nouvelle vague : fu il primo ad usare il 'jump cut' nel montaggio , inquadrature tagliate dove non ci si preoccupa di usare i classici raccordi ma si usa un'ellissi temporale .

'Heaven can Wait , tratto da una commedia ungherese di Laszlo Bus-Fekete , ed adattata insieme a Samson Raphaelson , suo sceneggiatore prediletto nel periodo americano , è un racconto di trama finissima il cui senso era .... non avere alcun senso se non il fascino disarmante di un amabile Don Giovanni e la sua frivolezza di libertino , intrisa di influenze alla Schnitzler ed alla Molnar . Era il suo primo film a colori , tanto perfetto da suscitare la totale ammirazione di D.W. Griffith . Era anche uno dei suoi film preferiti . Lo chiamava il film ' dei tre tagli di capelli' per dire che quello era il tempo in cui ci mise a farlo . La storia copriva tre generazioni ed ogni sequenza doveva essere attentamente curata sia nei cambi di dialoghi che negli arredi e nei fondali ; differenze non tali da interferire col copione , ma sufficienti a richiedere un tempo notevole .

Diceva il regista :' Lo considero uno dei miei migliori film perchè ho cercato di rompere per molti versi con la solita formula cinematografica . Ho incontrato grandi resistenze perchè non c'era un messaggio , nè sembrava avere un senso . L'eroe era un uomo unicamente interessato alla bella vita con nessun valore nè fini da realizzare'. E' il racconto in flashback di tutta la vita libertina di Henry Van Cleve che si trova dopo morto alle soglie dell'inferno per sottoporsi al giudizio divino .Ma il dongiovanni , salvato dall'intercessione amorosa della moglie che lo aspetta in cielo , mentre s'incammina verso la scalinata che lo porterà da lei , incrocia una procace bionda tutta curve e guardandola , cambiando di colpo direzione , sussurra ' heaven can wait '. Ecco che l'etereo , amorale Lubitsch ci 'tocca 'come solo lui sa , con la sua disarmante , amabile , tenera ed elegante genialità.

Mariateresa Crisigiovanni

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