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Passaggio generazionale imprese:i dati di Confartigianato

14/09/2015
Passaggio generazionale imprese:i dati di ConfartigianatoIn Veneto il valore dell’artigianato si trasmette di padre in figlio. Secondo il dossier elaborato l’Ufficio studi nazionale di Confartigianato su dati Istat, nella nostra regione sono ben 13.366 le imprese a conduzione familiare (tra i 3 e i 9 addetti) interessate da un passaggio generazionale tra 2012 e 2016, il 18,6% delle imprese familiari totali nella regione (71.774). Valore che sale a 20.603 se si considera il periodo 2006-2016.

Seconda in Italia (dietro la Lombardia) per numero di imprese a conduzione familiare attive, 71.774 pari al 10,2%, il Veneto è decimo nella classifica nazionale, con il 18,6% di microimprese interessate dal passaggio generazionale entro il 2016 (cioè 13.366 realtà). Un numero molto elevato però in valore assoluto che posiziona la nostra regione al secondo posto anche in questo caso dietro alla Lombardia. Emerge inoltre con forza l’accelerazione del fenomeno. I poco più di 7mila i “casi” registrati tra il 2006 ed il 2011 quasi raddoppieranno nei cinque anni successivi arrivando ad oltre 13mila. In un decennio in Veneto una impresa a conduzione familiare su tre (28,7%) sarà stata interessata da un passaggio generazionale.

In Italia sono ben oltre 128 mila le microimprese a conduzione familiare interessate dal fenomeno (il 18,2% del totale, quasi 706 mila microimprese).

“Fase delicata nella vita di un’impresa, il passaggio generazionale è caratterizzato soprattutto da trasmissione di competenze, capitale umano e know how, valori fondamentali nel settore artigiano e della microimpresa –commenta Luigi Curto, Presidente di Confartigianato Imprese Veneto- ed è accompagnato da nuove opportunità di crescita per la struttura imprenditoriale, date dall’ingresso di risorse giovani, in molti casi più propense all’utilizzo delle nuove tecnologie e dell’innovazione”.
Quello della trasmissione dei valori e delle competenze di generazione in generazione è un fenomeno che in Veneto prevale soprattutto nel comparto dell’“edilizia”. Con un valore del 20,2%, la nostra regione registra la nona maggiore incidenza di microimprese del settore interessate al passaggio generazionale tra 2012 e 2016 (sono 1.922). In testa la Valle d’Aosta con un’incidenza del 33,9%.
Il passaggio generazionale “veneto” è leggermente meno incisivo nei settori del “manifatturiero” e dei “servizi”. Nel primo caso, il fenomeno riguarda il 18,9% delle piccole imprese regionali sul totale di 13.399 a conduzione familiare tra 2012 e 2016. In questo periodo le incidenze maggiori si registrano in Valle da Osta (38,2%) e in Sardegna con il 27%. Per quello che riguarda invece i “servizi”, le realtà venete coinvolte dal passaggio generazionale sono ben 8.680: in questo caso si tratta però solo del 18,1% del totale dato che le microimprese a conduzione familiare di questo comparto sono 47.838. Guardando la classifica del comparto, dove il Veneto è 10mo, al primo posto si trova il Molise, dove è coinvolto il 21,3% delle microimprese attive nei servizi.

“Questi numeri importanti – continua la Curto – evidenziano sempre più la necessità, da parte del Governo Regionale, di porre in essere azioni di accompagnamento ed assistenza, per non correre il rischio di disperdere un grande patrimonio di professionalità e aiutare le giovani generazione o i dipendenti stessi a subentrare nell’impresa esistente”. “Inoltre - riprende la Presidente – i giovani che subentrano nella gestione di una impresa, devono ricordarsi che oltre al profitto c’è soprattutto il rispetto delle regole, delle norme e delle procedure, in assenza delle quali l’azienda rischia il collasso”.
Quanto alla trasmissione del “know how”, ovvero la “formazione on the job ai neo assunti nelle imprese artigiane”, sempre secondo l’'Indagine dell’Ufficio Studi Confartigianato, in Veneto vale 138,1 milioni di euro con una incidenza dello 0,6% sul valore aggiunto. Si tratta del secondo ’”investimento” più consistente in Italia dopo quello fatto dalle imprese lombarde e vale il 10,1% del miliardo e 371 milioni che le imprese artigiane italiane hanno investito nella formazione “sul campo” che comprende, all’interno dell'attività lavorativa, l’affiancamento del titolare, dei suoi collaboratori o dei dipendenti al nuovo assunto al fine di trasferire conoscenze e sviluppare capacità utili per l’esercizio delle attività in azienda.

“É proprio sullo sviluppo della dotazione del capitale umano delle imprese artigiane che si innescano i processi di trasmissione delle conoscenze” –conclude il Presidente di Confartigianato Veneto- rendendo possibile i passaggi generazionale nelle imprese familiari, attraverso i processi formativi on the job”.

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