Greenpeace: nuovo rapporto “energy revolution 2015”
Secondo lo studio dell’organizzazione ambientalista, infatti, l’investimento necessario per raggiungere questo obiettivo entro il 2050 sarebbe più che ripagato dai futuri risparmi derivanti dall’abbandono dei combustibili fossili. Per un futuro 100 per cento rinnovabile al 2050, l’investimento aggiuntivo medio nelle rinnovabili sarebbe di circa 1000 miliardi di dollari l’anno. Il risparmio medio legato al mancato uso di combustibili fossili rispetto allo stesso periodo sarebbe invece di 1070 miliardi di dollari l'anno, quindi più degli investimenti necessari per la completa transizione verso le rinnovabili.
Secondo lo scenario 2015 – le precedenti edizioni del rapporto hanno descritto scenari molto vicini a quanto si è poi verificato nella realtà – entro quindici anni la quota di rinnovabili elettriche a livello mondiale potrebbe triplicare, passando dall’attuale 21 per cento al 64 per cento. Questo consentirebbe di diminuire le emissioni da 30 giga tonnellate annue a 20 giga tonnellate entro il 2030, anche tenendo conto del rapido sviluppo di nazioni come Brasile, Cina e
India.
«I settori del solare e dell’eolico sono ormai sufficientemente maturi per poter competere a livello di costi con l’industria del carbone. Ed è molto probabile che entro il prossimo decennio supereranno quest’ultima anche in termini di occupazione e di energia fornita», spiega Sven Teske di Greenpeace, primo autore del rapporto. «È responsabilità del settore dei combustibili fossili prepararsi ad affrontare questi cambiamenti. I governi, d’altra parte, devono gestire la dismissione del comparto dei combustibili fossili, già in atto e destinata a diventare sempre più rapida. Ogni ulteriore euro investito da governi e aziende in nuovi progetti legati alle fonti fossili è un investimento ad alto rischio, che potrebbe comportare perdite economiche».
Lo scenario Energy Revolution 2015 spiega inoltre che le rinnovabili creerebbero più posti di lavoro rispetto agli occupati nel settore dei combustibili fossili. La sola industria del solare produrrebbe più occupazione di quanto fa oggi quella del carbone, occupando 9,7 milioni di persone al 2030, più di dieci volte rispetto a quanto accade oggi. Nello stesso periodo i posti di lavoro nell’eolico potrebbero crescere fino 7,8 milioni.
«Non possiamo permettere che le lobby dei combustibili fossili ostacolino il passaggio verso le energie rinnovabili, ovvero la soluzione più efficace ed etica per un futuro energetico pulito e sicuro», afferma Kumi Naidoo, Direttore Esecutivo di Greenpeace International. «Vorrei invitare tutti quelli che dicono “non si può fare” a leggere questo rapporto, e riconoscere che una rivoluzione energetica per un futuro 100 per cento rinnovabile si può fare, si deve fare, e sarà un bene per tutti».
Il vertice sul clima che si terrà tra meno di tre mesi a Parigi offrirà ai leader mondiali la possibilità di adottare le misure necessarie e fondamentali per contrastare i cambiamenti climatici, accelerando la trasformazione già in corso nel settore energetico e chiudendo per sempre l’era dei combustibili fossili.
Greenpeace chiede che l'accordo sul clima di Parigi consegni una visione a lungo termine che contempli la totale eliminazione di carbone, petrolio, gas e nucleare entro il 2050, assicurando così un futuro 100 per cento rinnovabile per tutti.
Fonte: Greenpeace