L'Europa esige il rispetto delle normative
Dopo lo scandalo che ha coinvolto la casa automobilistica Volkswagen, la Commissione europea chiede agli Stati membri di svolgere indagini sulla diffusione nazionale di autovetture fraudolente vendute in Europa. "Abbiamo bisogno di totale trasparenza e di prove solide per la rilevazione delle emissioni inquinanti", ha dichiarato la commissaria Elżbieta Bieńkowska, responsabile per il Mercato interno, l'industria, l'imprenditoria e le Piccole e Medie Imprese. Gli impianti di manipolazione installati nei veicoli Volkswagen venduti negli Stati Uniti permettevano di superare i controlli delle emissioni di CO2 svolti in laboratorio mentre le reali emissioni dei veicoli in condizioni di guida normale erano di gran lunga superiori. Questi impianti, oltre che nelle autovetture destinate agli Stati Uniti da dove è partito l'allarme frode, sono stati installati anche nei veicoli commercializzati in Europa. La Commissione chiede ora che gli Stati membri collaborino nello scambio di informazioni, sottoponendo al vaglio le vetture circolanti in Europa e determinando il numero di quelle certificate ma dotate d'impianti di manipolazione. Dispositivi di questo genere sono infatti vietati dal regolamento 715/2007/EC e gli Stati sono responsabili di sanzionare le violazioni della procedura di omologazione e di revocare le certificazioni.
Non solo Volkswagen, con 11 milioni di auto ma anche 2,1 milioni di Audi sono risultate truccate, così come circa altri 1.8 milioni di veicoli commerciali leggeri. Più case automobilistiche si sono rivelate autrici della pratica pregiudizievole per ambiente e consumatori e il timore, anche per i mercati, è che emergano altre implicazioni. Il danno non è solo economico e ambientale- le emissioni di CO2 provocano cambiamenti climatici - ma a risentirne sono soprattutto i nostri polmoni: polveri sottili e ossidi di azoto nascosti dal software installato nelle autovetture per ingannare i test di laboratorio costituiscono infatti un serio rischio per la salute, specie per quella dei bambini.
D'altra parte, per le produzioni future, è necessario che la misurazione delle emissioni di inquinanti atmosferici, riflettano le emissioni in condizioni reali di guida e non possano essere falsate da impianti di manipolazione. Come contromisura ai raggiri delle case automobilistiche la Commissione europea ha annunciato che la nuova procedura di prova delle emissioni reali di guida (RDE), approvata nel maggio 2015, sarà in vigore all'inizio del 2016, completando l'attuale test di laboratorio. Per gli Stati membri restano quindi da concordare al più presto i metodi di omologazione in caso di grosse divergenze tra i risultati di laboratorio e quelli dei test condotti su strada.
Fonte: Francesco Laera, Benedetta Stendardi
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