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Asterisco Informazioni di Fabrizio Stelluto

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"Gender gap: il 2 novembre "

05/11/2015
Gender gap: il 2 novembre il giorno a partire dal quale le donne d’Europa lavoreranno gratis per il resto dell’anno
Per quasi due mesi le donne in Europa lavoreranno gratis. A parità di posizione lavorativa occupata infatti, le donne europee percepiscono uno stipendio del 16.3% in meno rispetto agli uomini per ogni ora lavorata ed è questa disparità la ragione per la quale a partire dal 2 novembre, è come se le donne lavorassero gratis per il resto dell’anno, mentre gli uomini continueranno a guadagnare fino al 31 dicembre. Questo fenomeno è stato evidenziato in un rapporto della Commissione europea sulle differenze di salario tra generi ed è attribuito a cause quali la retribuzione oraria inferiore, un minor tasso occupazionale per le donne in settori particolarmente remunerativi e con grandi prospettive di sviluppo futuro, come l’ICT, una maggiore continuità nei percorsi di carriera degli uomini e il monopolio maschile della maggioranza delle posizioni dirigenziali.
In occasione della Giornata Europea per la Parità retributiva, il Primo Vice-Presidente Timmermans, il Commissario Thyssen e il commissario Jourová, hanno definito la parità tra uomini e donne uno dei valori cardine dell’Unione europea, ma che resta oggi ancora solo un fondamento teorico. Il gender gap rappresenta quindi oggi per l’UE una delle sfide più urgenti da affrontare e questo in conseguenza non solo dei dati statistici che certificano la dannosità del fenomeno sulle prospettive di crescita dell’Unione, ma anche per merito di una crescente sensibilità popolare rispetto al tema.
Nell’UE esistono già delle norme sulla parità retributiva, ma queste non vengono purtroppo applicate con sufficiente diligenza e impegno da parte degli Stati Membri, la cui mancata piena collaborazione impedisce la creazione delle condizioni necessarie per ridurre significativamente il divario esistente all’interno dell’Unione. Secondo le proiezioni, se il divario retributivo nell’EU continuasse a ridursi alla velocità attuale, servirebbero altri 70 anni per raggiungere la parità di genere, equivalenti quindi a due generazioni.
Oltre ad un impegno collettivo da parte degli Stati nell’applicare le norme europee sull’eguaglianza nelle retribuzioni, è necessario un impegno serio e costante anche sul fronte della messa a disposizione dei mezzi necessari per permettere alle donne di restare sul mercato del lavoro tanto a lungo quanto gli uomini. Se il divario di retribuzione tra generi è infatti ingiusto e ingiustificato già nel breve periodo, nel lungo diventa assolutamente inaccettabile, nonché dannoso per l’intero sistema economico europeo. Gli effetti della discriminazione si accumulano infatti nel tempo dando origine, al termine della carriera di una donna, ad assegni pensionistici inferiori mediamente del 39% rispetto a quelli di un collega uomo con il medesimo percorso professionale.
Per tutte queste ragioni, la Commissione ha inserito nel suo piano operativo per il 2016 l’obiettivo di affrontare queste sfide in maniera più incisiva, mediante l’adozione di misure atte, ad esempio, ad aiutare le lavoratrici con figli o quelle che hanno dei famigliari malati a carico, a bilanciare più efficientemente la carriera e la vita privata.

Fonte: Francesco Laera e Gabriela Mandiuc

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