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" La Corte Dei Conti Europea approva i conti dell'unione"

12/11/2015
LA CORTE DEI CONTI EUROPEA APPROVA I CONTI DELL'UNIONE PER L'OTTAVO ANNO CONSECUTIVO
La Corte dei Conti europea nella sua relazione annuale ha costatato la buona condizione dei conti dell'Ue per l'ottavo anno consecutivo, ritenendo che sia le entrate sia le spese amministrative non presentino errori rilevanti. La Corte dei Conti europea ha inoltre rilevato i progressi compiuti dalla Commissione europea in termini di aumento della trasparenza e di assorbimento per quanto riguarda la corretta gestione dei fondi europei.
Il tasso di errore globale nei pagamenti è giunto al 4,4% nel 2014 e di per sé non rappresenta un indice del livello di frode, ma è principalmente legato a complesse procedure amministrative non applicate come previsto.
A tal proposito la Commissione europea ha deciso di adottare una serie di misure per garantire che il bilancio dell'Unione europea sia speso in modo adeguato. In particolare si propone di:
• Rafforzare il quadro di valutazione dei risultati. L'obiettivo prevede che i progetti finanziati dai fondi Ue costituiscano concretamente un valore aggiunto per le società. Al riguardo, la Commissione ha dato il via all'iniziativa "Un bilancio dell'UE incentrato sui risultati" per un uso più efficace delle risorse europee, in particolar modo a vantaggio dei cittadini. Allo scopo di garantire anche un effettivo conseguimento di rusiltati, la Commissione verificherà l'impatto economico e sociale dei progetti finanziati dall'Ue prima del loro inizio e durante il loro espletamento, consentendo quindi il proseguimento dei finanziamenti sulla base dei risultati ottenuti.
• Semplificare le norme esistenti. Per poter rendere più agevole ai beneficiari l'accesso e l'utilizzazione dei fondi Ue, la Commissione ha promosso la creazione di un Gruppo ad alto livello sulla semplificazione per i beneficiari dei fondi strutturali e dei fondi di investimento europei.
• Garantire rigore in materia di rettifiche finanziarie e recuperi. Con l'intento di tutelare il denaro dei contribuenti nell'ambito delle spese pluriennali, la Commissione provvede al recupero del denaro speso in modo errato, come testimonia l'importo medio di rettifiche finanziarie e di recuperi tra il 2009 e il 2014 pari a 3,2 miliardi di euro, ossia il 2,4% dell'importo medio dei pagamenti realizzati sulla base del bilancio Ue.
• Favorire un migliore controllo della spesa Ue da parte degli Stati membri. La Commissione ha varato una serie di incentivi per incoraggiare tutti i Paesi europei a migliorare i propri sistemi di gestione e controllo, dal momento che su di essi ricade l'amministrazione dell'80% del bilancio dell'Unione in virtù dell'attuale sistema concorrente. Gli Stati dovranno individuare, segnalare e rettificare eventuali irregolarità prima dell'audit dell'Ue, pena la perdita dei finanziamenti cui hanno diritto.
A conferma dell'intenzione della Commissione ad agire per rendere il bilancio dell'Unione concretamente vantaggioso per i cittadini, la Vicepresidente responsabile per il bilancio e le risorse umane Kristalina Georgieva ha dichiarato: "Concordiamo pienamente con il parere della Corte secondo cui occorrono nuove azioni adatte alle circostanze. La Commissione si sta adoperando per adeguare il bilancio alle questioni prioritarie, concentrarsi sui risultati e rafforzare i controlli".
La relazione annuale della Corte dei Conti europea deriva da un'analisi nell'arco dei 12 mesi di tutti i progetti finanziati dal bilancio europeo, evidenziando eventuali errori riscontrati nella fase di verifica, il cui impatto viene estrapolato in un "tasso di errore più probabile". In seguito la Corte definisce il tasso di errore che incide sul bilancio Ue nel suo complesso e una serie di sezioni all'interno della relazione, ognuna dedicata ad una particolare settore di attività.
L'azione primaria della Commissione e della Corte dei Conti europea alla luce dei dati pubblicati consiste pertanto nel garantire che tutto il denaro derivante dai fondi dell'Unione europea sia speso adeguatamente e possa produrre in concreto un valore aggiunto per le società.

Fonte: Francesco Laera e Federica Bonanno

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