Sicurezza e lavoro: no alla pratica del massimo ribasso
È il commento del presidente del Cpt Venezia Ugo Cavallin a pochi giorni dalla firma del protocollo d'intesa per la promozione della sicurezza sul lavoro nel settore edile sottoscritto dal Prefetto di Venezia Guido Nardone con i rappresentanti di istituzioni, agenzie economiche, enti che operano nel settore della sicurezza, associazioni imprenditoriali, sindacati, ordini e collegi professionali che compongono il Tavolo provinciale di coordinamento per la sicurezza in edilizia.
"La firma del protocollo proposto dalla Prefettura segna un passaggio importante - sottolinea Cavallin -: ha coinvolto 17 soggetti, che rappresentano quasi 15mila lavoratori, 2.700 aziende (fra industria e artigianato) e circa 7mila liberi professionisti dell'area tecnica, ma anche tutti i soggetti che operano nel settore della sicurezza. Questo significa che si è deciso di fare sistema. È un nuovo obiettivo raggiunto in un percorso di radicale ripensamento dell'approccio alla sicurezza nei cantieri".
Nonostante la crescita occupazionale e la diminuzione degli infortuni, il rovescio della medaglia è rappresentato dalle cifre relative alle morti bianche in cantiere, aumentate nell'ultimo anno, e dalla condizione dei lavoratori stranieri, ancora poco tutelati nonostante la loro presenza sia in forte aumento. "Secondo i dati della Cassa Edile veneziana (settore industria) - evidenzia il vicepresidente del Cpt Venezia Claudio Dureghello -, su un totale di 12.430 operai quasi 3.500 sono stranieri. Questo significa che oggi siamo chiamati ad un impegno ancora più forte per la formazione e la qualificazione di lavoratori a rischio che rappresentano oltre il 35,5% della manodopera attiva nei cantieri della provincia di Venezia".
Anche grazie al protocollo firmato in Prefettura, "ora è possibile sostenere nuove sinergie nell'attività di verifica e controllo del rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza e promuovere presso le imprese le tematiche della certificazione etica".
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