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Asterisco Informazioni di Fabrizio Stelluto

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" Aggiornamenti per affrontare la crisi dei rifugiati"

26/11/2015
IL PRESIDENTE JUNCKER FORNISCE AGGIORNAMENTI SULLO STATO DI AVANZAMENTO PER AFFRONTARE LA CRISI DEI RIFUGIATI
In occasione del vertice sulla gestione della migrazione tenutosi con i Paesi africani a La Valletta il 12 novembre scorso, il Presidente Juncker ha fornito ai capi di Stato e di governo l'ultimo stato di avanzamento delle azioni collettive messe in atto per il coordinamento sulla crisi sui migranti a seguito dell'ultimo Consiglio europeo del 14 ottobre. Tale aggiornamento riguarda nel dettaglio gli impegni finanziari, le operazioni di trasferimento e rimpatrio, il funzionamento degli hotspots e la distribuzione del Meccanismo di Protezione Civile.
L'aggiornamento dell'Agenda europea sulla Migrazione stabilisce in particolare che la Commissione europea spenderà in totale 9,2 miliardi di euro per la gestione della crisi tra il 2015 e il 2016. Tuttavia un gran numero di Stati membri dell'Ue deve ancora corrispondere i finanziamenti per l'UNCHR, il Programma Alimentare Mondiale, Fondo fiduciario di Emergenza per l'Africa e altre organizzazioni mondiali impegnate nel sostegno ai rifugiati. Le misure di ricollocamento sono ritenute necessarie per alleggerire notevolmente la pressione sui Paesi coinvolti in prima linea e a tal proposito sarà essenziale rispondere rapidamente alla richiesta di esperti nazionali per la gestione del lavoro negli hotspots, nonché notificare alla Commissione le capacità di accoglienza dei singoli Paesi e individuare i punti di contatto nazionali che coordineranno le delocalizzazioni con alcuni Stati, come la Grecia e l'Italia. È fondamentale dimostrare che il sistema di migrazione può essere ripristinato correttamente, in particolare utilizzando i Team di supporto per la gestione delle migrazioni nei 'punti caldi' per aiutare gli Stati membri ad adempiere ai loro obblighi e responsabilità. Altro ruolo fondamentale è svolto dal Meccanismo di Protezione Civile dell'Ue, progettato per offrire supporto tecnico agli Stati membri sopraffatti da una situazione di crisi e in grado di mobilitare diverse tipologie di assistenza in funzione dell'esigenza individuata, a supporto di questo programma, la Commissione ha incrementato la quantità di finanziamenti per il trasporto di generi di soccorso e di esperti durante la crisi dei rifugiati in corso. Tuttavia, al momento pochi Paesi hanno risposto alle chiamate dei richiedenti (Serbia, Slovenia, Croazia) e un gran numero di risorse devono ancora essere fornite.
In merito all'intervento dei Paesi Ue, il Presidente della Commissione europea ha giudicato insufficiente l'operato dei governi nazionali, dei quali comunque riconosce l'approvazione ad un più efficiente sistema di ricollocamenti al fine di risolvere la questione dei rifugiati. In particolare ha dichiarato: "Il Consiglio di oggi ci ha dato l'opportunità di fare il punto su dove siamo e su dove stiamo andando. Non sono per niente soddisfatto del ritmo delle delocalizzazioni al momento. Di questo passo bisognerà arrivare al 2101 per trasferire 160.000 persone". Juncker ha però rilevato gli sforzi di Paesi come Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia attraverso l'invio di 300 persone in risposta alle operazioni Frontex e EASO (European Asylum Support Office).
A La Valletta si è inoltre confermata la centralità di un piano d'azione comune tra Unione europea e Turchia, cui compete un ruolo estremamente importante nell'alleggerimento delle tensioni tra i Paesi del centro-est europeo. Ankara avrà la possibilità di velocizzare le procedure di rinvio dei migranti giunti in Europa all'interno dei confini turchi, in questo momento in vigore per i cittadini turchi ma che devono essere velocizzate per i cittadini di altre nazionalità. Allo scopo di mantenere questa alleanza, saranno peraltro fissati ulteriori incontri tra il Presidente Juncker e il Presidente Erdogan.
Peraltro, alla luce dei tragici eventi accaduti a Parigi, il Presidente della Commissione europea Juncker, durante il G20 organizzato ad Antalya, ha notificato il bisogno di aumentare i controlli alle frontiere esterne all'Ue e l'importanza di non confondere gli autori delle atrocità compiute a Parigi con chi fugge la filosofia e la mentalità che ispirano simili attacchi e che possiedono valide motivazioni per bussare alle porte dell'Unione. A tal proposito ha affermato: "Vorrei invitare coloro che in Europa stanno cercando di compromettere l'Agenda europea sulla Migrazione che abbiamo adottato ad essere seri in merito a questa vicenda e a non avere reazioni non ponderate al riguardo". Ha spiegato altresì che Schengen non è assolutamente messa in discussione, dal momento che l'accordo prevede l'eventuale ripristino dei controlli alle frontiere da parte di un Paese in casi analoghi a quelli che hanno tragicamente colpito la Francia. Sempre all'apertura del G20 Juncker ha ribadito la necessità di una risposta globale e comune nell'affrontare le radici della crisi dei rifugiati, evidenziando nuovamente come i finanziamenti derivanti dai Paesi di tutto il mondo a favore di organizzazioni internazionali che si occupano della gestione di questo problema stia subendo una caduta enorme in un momento così drammatico e difficoltoso.
Nonostante gli annunci, il clima generale tra i 28 Paesi resta tuttavia molto teso, come testimonia l'annuncio da parte del Presidente del Consiglio europeo Donald Tusk di un nuovo vertice sui rifugiati previsto entro la fine di novembre.

Fonte: Francesco Laera e Federica Bonanno

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