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Asterisco Informazioni di Fabrizio Stelluto

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"Acquisti online più accessibili per consumatori e imprese"

11/12/2015
Acquisti online più accessibili per consumatori e imprese: in arrivo nuove norme sul mercato unico digitale.
Maggiori tutele per i consumatori che fanno acquisti online in tutta l'UE e aiuti alle imprese ad espandere le loro vendite sul web: la Commissione europea, nell'ambito del potenziamento del mercato unico digitale, ha presentato delle proposte sulla fornitura di contenuti digitali e sulla vendita di beni online. Ascoltare musica in streaming e acquistare abbigliamento online sarà ancora più facile grazie all'armonizzazione in tutta Europa delle diverse normative a riguardo. Le due proposte della Commissione affrontano i principali ostacoli al commercio elettronico transfrontaliero nell’UE: la frammentazione giuridica nel settore del diritto contrattuale dei consumatori, che genera alti costi per le imprese – soprattutto per le PMI – e la scarsa fiducia dei consumatori quando acquistano online da un altro Paese. L'obiettivo è quello d'incoraggiare i consumatori ad acquistare all'estero e semplificare il lavoro delle imprese che vendono online in tutta l'Europa.
Accordando i diritti contrattuali in tutta l'UE si faciliterà la fornitura sia di contenuti digitali che di beni. I consumatori beneficeranno di norme semplici e più moderne, e le imprese avranno maggiore certezza sulle leggi a cui attenersi e modalità semplificate e meno onerose per espandere le loro attività.
"Se i film e la musica che scarichiamo non sono fruibili, bisogna poter essere rimborsati. Le proposte fatte apporteranno maggiori diritti ai consumatori per quanto riguarda l'ambiente onlineconsentendo loro di godere in piena fiducia dei prodotti e dei servizi provenienti da altri Paesi UE. Le imprese, soprattutto le più piccole, potranno crescere operando oltre frontiera con costi minori, contando su un insieme comune di norme europee invece che su un insieme di leggi nazionali." ha dichiarato il Vicepresidente per il Mercato unico digitale Andrus Ansip.
In particolare, infatti, se la proposta della Commissione passasse il vaglio del Parlamento e dei Ministri nazionali (Consiglio), ai consumatori sarebbe garantito un livello più elevato di tutela e una più ampia scelta di prodotti a prezzi più competitivi. Ad esempio, se un consumatore italiano scopre, oggi, che un prodotto acquistato online più di 6 mesi fa è difettoso e chiede al venditore di ripararlo o sostituirlo, può essere tenuto a dimostrare che il difetto esisteva al momento della consegna. In base alle nuove norme proposte, durante l'intero periodo di garanzia di due anni i consumatori saranno in grado di chiedere un rimedio senza dover dimostrare che il difetto esisteva al momento della consegna. Inoltre, un consumatore che scarica un gioco che in quel momento non funziona correttamente può, allo stato attuale, ricevere come risarcimento soltanto uno sconto per scaricare altri giochi in futuro. Con la proposta di direttiva, i consumatori saranno in grado di chiedere che tali problemi siano risolti e, se ciò non è possibile o non avviene correttamente, potranno ottenere una riduzione del prezzo o risolvere il contratto ed essere rimborsati integralmente.
Le imprese, da parte loro, saranno in grado di fornire contenuti digitali e vendere beni online a consumatori di tutta l’UE sulla base del medesimo corpus di norme contrattuali. Infatti oggi le imprese sono costrette ad adeguarsi alle norme di diritto contrattuale degli Stati membri in cui vendono, con dispendio di tempo e denaro. Con la normativa proposta, non sarà più necessario far fronte a questa frammentazione: le imprese potranno fornire contenuti digitali e vendere beni online a consumatori di tutti gli Stati membri sulla base del medesimo corpus di norme di diritto contrattuale. Inoltre, ad oggi, le imprese sono costrette a sostenere un ulteriore costo una tantum pari a 9 000 euro per adeguarsi al diritto contrattuale nazionale di ogni nuovo Stato membro in cui desiderano vendere. Con le nuove norme proposte dalla Commissione e valide in tutta l’UE, un’impresa potrebbe risparmiare fino a 243 mila euro se desidera operare in tutti gli altri 27 Paesi dell’UE.
Al momento il pieno potenziale delle vendite online è ancora poco sfruttato nell’UE: nel 2014 la quota del commercio elettronico nell’intero settore al dettaglio in Europa era del 7,2%, mentre negli USA ha raggiunto l'11,6%. Questo anche perché esiste un’evidente lacuna nella legislazione dell’UE in materia di contenuti digitali difettosi. La maggior parte degli Stati membri non dispone di alcuna legislazione in questo settore. Inoltre, se in alcuni settori esistono già norme in materia di protezione dei consumatori armonizzate a livello dell'UE, sussistono ancora divergenze tra le normative nazionali nell'ambito del diritto contrattuale dei consumatori. In particolare, per quanto riguarda i diritti dei consumatori nel caso di beni difettosi, in Europa vigono ancora 28 normative parzialmente diverse, poiché solo i requisiti minimi sono uniformati a livello dell’UE. Tali divergenze oltre a comportare costi aggiuntivi per le imprese, compromettono la fiducia dei consumatori negli acquisti transfrontalieri.
Secondo le previsioni, eliminando gli ostacoli in materia di diritto contrattuale, oltre 122 mila imprese dell’UE potrebbero iniziare a vendere a consumatori di altri Stati membri, e il numero totale dei consumatori che acquistano online da altri paesi dell’UE potrebbe arrivare fino a 70 milioni. Ciò contribuirebbe ad aprire nuovi mercati, in particolare per le piccole e medie imprese (PMI), e intensificherebbe la concorrenza stimolando la crescita economica: i consumi nell’UE dovrebbero aumentare di 18 miliardi di euro grazie all’abbassamento dei prezzi al consumo e il PIL dell’UE dovrebbe crescere di 4 miliardi di euro rispetto al livello attuale.

Fonte: Francesco Laera e Benedetta Stendardi

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