"Rientro agevolato dei capitali"
I contribuenti veneti detengono nelle banche estere non meno di 3 miliardi e mezzo. Ufficialmente, fra il 1 gennaio ed il 30 novembre, quando cioè era attiva la 'voluntary disclosure”, quella forma di 'collaborazione volontaria' che garantiva punizioni minime, i veneti hanno denunciato 3.658 milioni di euro detenuti all'estero secondo quelli che sono i dati forniti dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e dall’Agenzia delle Entrate.
Ma i capitali che i veneti hanno deciso di far rientrare in Italia sono stati però appena 890 milioni, pari ad appena il 24% del totale di quanto dichiarato, certamente per difetto. Si tenga conto che a livello nazionale sono stati dichiarati volontariamente 59 miliardi detenuti all'estero, laddove Bankitalia stima che in effetti gli italiani abbiano esportato qualcosa come 230 miliardi. Facendo le proporzioni con il Veneto ….
Svizzera (nei cui forzieri si trova il 70% dei capitali esteri emersi), Montecarlo, Liechtenstein e San Marino hanno scelto di diventare collaborativi con i governi italiano e di molti altri paesi europei, ma Panama o Dubai restano ancora inviolabili paradisi fiscali. In ogni caso, fino a questo momento la voluntary disclosure ha prodotto per il nostro Paese maggiori entrate per 3,8 miliardi di euro, al netto degli interessi, ossia lo 0,23% del Pil. Pur nel regime agevolato della 'collaborazione volontaria' le sanzioni sono pari a 1,7 miliardi (il 44% del totale), le imposte sostitutive 1,2 miliardi (il 32% del totale) e le imposte sui redditi poco più di 700 milioni (circa il 18% del totale). Più contenuto è l’effetto della Voluntary Disclosure sui contributi (+96 milioni), sulle entrate Iva (+54 milioni), sulle entrate Irap (+34 milioni) e sulle ritenute (+16 milioni).
Mario Ongaro