L’Italia risulta attualmente l’ottavo paese esportatore al mondo con una quota di mercato pari al 2,8%: è preceduta solo da Cina, Stati Uniti, Germania, Giappone, Paesi Bassi, Corea del sud e Francia. Dopo l’irruzione della Cina e degli altri Brics nel mercato mondiale, l’Italia è riuscita a mantenere il 76% delle quote di export rispetto al 2000: una performance non paragonabile a quella della Germania (89%), ma migliore rispetto agli Stati Uniti, che hanno subito una riduzione al 73%, al Regno Unito (57%), alla Francia (61%), al Canada (60%) e al Giappone (50%).
Prendendo in considerazione il solo settore manifatturiero, il nostro Paese è uno dei soli cinque mercati al mondo che vanta un surplus superiore a 100 miliardi di dollari (insieme a Cina, Corea del sud, Giappone e, unico europeo, Germania. Questo malgrado la nostra fisiologica carenza energetica: lo scorso anno il comparto energetico ha apportato ai nostri conti con l’estero un aggravio pari a circa 43,9 miliardi di euro, equivalente a poco più di quanto, sempre nel 2014, abbiamo esportato complessivamente negli Stati Uniti ed in Belgio.

Fonte: 3° relazione Mise