Direttiva sui tempi di pagamento: 86,6% della spesa ancora pagata oltre i limiti legali
“Evviva siamo terzultimi” -questo il sarcastico commento di Luigi Curto, Presidente di Confartigianato Imprese Veneto - “In verità le nostre imprese, a 34 mesi dall’entrata in vigore del decreto legislativo di recepimento della Direttiva, soffrono ancora in modo eccessivo un comportamento sleale e contro la legge. E’ infatti ancora lontano il termine ordinario di 30 giorni stabilito dalla Direttiva Comunitaria sui pagamenti 2011/7/UE - recepita con il decreto legislativo 9 novembre 2012 n.192; termine derogabile in alcuni casi non oltre i 60 giorni. Tenuto conto di un limite di 60 giorni per acquisti del Servizio sanitario nazionale e di 30 giorni per gli altri settori della Pa e considerata la distribuzione funzionale degli acquisti di beni e servizi della Pa – per il 43,7% per funzione Salute e 56,3% per altre funzioni – si calcola che il limite massimo dei pagamenti della Pa dovrebbe essere di 43 giorni, ben 56 giorni in meno di quanto avviene oggi”.
Nonostante i provvedimenti varati a partire dalla primavera del 2013, l'Italia rimane il Paese europeo con il più alto debito commerciale (3% del Pil per la sola parte di spesa corrente) verso le imprese per beni e servizi.
“Le cose stanno lentamente migliorando – spiega Curto - Dal massimo di 93,7 miliardi nel 2012, nel biennio successivo - grazie alle politiche 'sblocca debiti' – i debiti hanno registrato una riduzione di 22,1 miliardi, arrivando a 71,6 miliardi nel 2014. Ma siamo ancora lontani da quanto previsto dalla legge e soprattutto da quanto avviene nel resto d’Europa. Basti pensare che analizzando i soli 300 enti più virtuosi, emerge che anche in questo cluster della Pa che paga più celermente, se ne trovano 137 (il 45,7%), che pagano oltre il limite massimo previsto dalla legge. Nel complesso gli enti virtuosi ‘veri’, cioè quelli che pagano entro i limiti di legge, rappresentano solo il 13,4% della spesa complessiva mentre dopo 34 mesi dall’entrata in vigore della normativa, per l’86,6% della spesa complessiva rimangono disattese le prescrizioni della Direttiva europea”.
“E’ per questo –conclude Curto- che insistiamo con la nostra proposta della compensazione secca, diretta e universale tra i debiti della Pubblica Amministrazione verso le imprese e i debiti fiscali e contributivi delle imprese. Si stima che in un anno i versamenti allo Stato dalle imprese fornitrici utilizzabili per la compensazione è di 25 miliardi, importo che rappresenta oltre un terzo (34,8%) dei 71,6 miliardi di euro a cui ammonta il debito della P.A. nei confronti delle imprese”.
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