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Apre i battenti Pane nero

08/02/2016
Ha aperto “Pane Nero”, il nuovo ristorante in provincia di Padova, a Villa del Conte, attività gestita dalla cooperativa sociale Tesori dalla Natura. Cucina naturale e sana i suoi punti di forza, ispirandosi ma innovando e reinterpretando la tradizione. “Pane nero” (www.ristorantepanenero.it) è situato in un antico casale ristrutturato e rappresenta il primo passo di un importante e più ampio progetto di agricoltura sociale, che prevederà anche l’inserimento lavorativo di alcune persone con disabilità, nella coltivazione di verdure e ortaggi poi utilizzati in cucina.

Mangiare “bene” e mangiare “buono”: due principi che “Pane nero” poter coniugare in ogni piatto all’interno di un menu che, pur non rinunciando alla creatività e all’innovazione, mette al centro ingredienti semplici e “autentici”, con l'obbiettivo di dare valore e importanza del cibo sano e di qualità e sensibilizzare le persone ad adottare uno stile di vita attento alla salute.

Mission altresì della cooperativa Tesori dalla Natura che produce the, infusi e tisane con ingredienti naturali e lavorati a mano per conservarne intatte tutte le proprietà. Scelta etica è quella di proporre un menu capace di tenere insieme cucina di qualità con accessibilità e sostenibilità dei suoi prezzi, quindi progetto e

non solo ristorante, perché diventi un polo culturale legato ai temi della salute, della sana alimentazione, del rispetto dell’ambiente, con corsi di cucina, laboratori per le scuole, ecc.

Nel nome del ristorante è già chiara la filosofia che ispira e guida il progetto: il “pane nero” è infatti alimento genuino, prodotto con farine integrali non trattate e per questo sano e ricco di proprietà benefiche per l’organismo, cibo che rievoca i sapori di un tempo e una cucina sobria.

La selezione dei prodotti quindi è assai accurata: frutta e verdura da culture biologiche e locali (partner la cooperativa Tamiso); carne da allevamenti non intensivi del territorio; pane e pasta fatti in casa con farine integrali e biologiche prodotte da mulini vicini e dolci di produzione propria; infine vini con un’ampia scelta di produzioni biologiche dei Colli Euganei e di Valdobbiadene.

Sempre per coerenza agli obiettivi, centrale è il rispetto dei tempi della natura, che si traduce nella stretta stagionalità del menu proposto e nella freschezza degli ingredienti, come nell’utilizzo di modalità di cottura (laddove necessaria) rispettose delle proprietà nutritive dell’alimento e della salute.

Non ultimo, il ricercato menu comprende proposte per vegetariani, vegani, celiaci e persone con intolleranze alimentari e allergie.

Un ritorno e una valorizzazione dell’autentico che si riflette pure nelle scelte compiute dagli architetti curatori del progetto di ristrutturazione dell’edificio in cui il ristorante ha trovato la sua naturale collocazione: un ampio casale immerso nella campagna dell’alta Padovana, costruito nel 1926, che i tre giovani e affermati architetti Michel Carlana, Luca Mezzalira e Curzio Pentimalli hanno voluto riconsegnare il più possibile nella sua “genuinità”, recuperandone la sobrietà rurale, l’atmosfera domestica, l’essenzialità di un tempo.

Il loro è stato innanzitutto un intervento di eliminazione del superfluo, di riscoperta e in certo senso di “riscatto” dell’immobile tramite un’operazione paziente e sensibile di ricalco e di riscrittura: a partire dal recupero dei muri, i pavimenti e i soffitti originali per arrivare al ridisegno di molti degli elementi di arredo preesistenti.

Sono tre le sale per i commensali, di cui una molto ampia, per un totale di quasi 70 coperti, con il bel porticato esterno in grado di accogliere ulteriori 40 ospiti.

Attorniato da 8mila metri quadri di terra, il nuovo ristorante si colloca in un territorio, che in questi ultimi anni vede in crescita il cicloturismo e il turismo sostenibile: da “Green tour - Verde in Movimento”, progetto regionale incentrato sulla storica ferrovia dismessa Treviso-Ostiglia, al “Camminamento di ronda” delle mura di Cittadella e il limitrofo parco naturalistico della palude di Onara.

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