“Una tempesta perfetta rischia di abbattersi su una parte, rilevante, delle imprese di autotrasporto artigiane del nord est, quelle che operano attraverso il cosiddetto Corridoio 5. L’intenzione dell’Austria di erigere una barriera protettiva contro i migranti al confine del Brennero ed ai valichi della val Pusteria e della val Venosta infatti, potrebbe avere almeno tre amare conseguenze: primo code e ritardi, con un aumento dei tempi di percorrenza e quindi dei costi di trasporto delle merci, secondo un aggravio dei costi per i danni dovuti ai clandestini che tagliano –a nostra insaputa- i teloni e si nascondono nei camion a scapito della sicurezza del autista e della loro salute. Terzo un aumento della concorrenza dei vettori stranieri che, a causa delle difficoltà di circolazione si stabiliranno più a lungo nel nostro territorio lavorando in regime di cabotaggio”. Questo lo scenario preoccupante che intravede Nazzareno Ortoncelli Presidente regionale veneto dell’autotrasporto di Confartigianato.

Molto probabilmente nei prossimi mesi, se sarà raggiunto, come si teme, il numero massimo di migranti, l’Austria istituirà una carreggiata stradale di controllo contornata da container per la registrazione dei profughi.

“Una situazione esplosiva –spiega Ortoncelli- che va ben oltre le enormi e preoccupanti conseguenze politiche che avrebbe una decisione di questo tipo. Si tratta infatti anche di una battaglia economica che rischia di colpire in particolare le nostre aziende che quotidianamente beneficiano della libera circolazione in Europa con ricadute pesanti anche sulle filiere distributive delle industrie di tutto il continente. L’Austria infatti –prosegue- ha recentemente avviato un progetto (e che la Commissione Ue ha tempo fino al prossimo 18 febbraio per stoppare) atto a ridurre drasticamente il passaggio di merci tagliando, in due scadenze diverse, parecchie tipologie di trasporti su gomma. L'obiettivo è chiaro: vietare l'attraversamento del paese non ai veicoli più inquinanti ma a quelli che trasportano determinate tipologie di merci, per spostare una quota di traffico dalla gomma al ferro”.

“Il comparto artigiano veneto del trasporto su gomma –conclude Ortoncelli- ha visto anche nel 2015, chiudere più di una impresa al giorno (ne sono cessate bel 471!) e se si comincia a fermare tutti i camion alle frontiere la cosa costerà cara a tutti. Ed il conto lo pagheremo noi autotrasportatori ma anche i clienti perché, alla fine, le merci saranno più care. Uno scenario che il nostro Governo non può accettare passivamente e ci attendiamo che faccia la “voce grossa” in Europa per salvaguardare i nostri interessi e quelli dell’Italia”.

Fonte: Confartigianato Imprese Veneto