Emergenza migranti: passi avanti verso un accordo Ue-Turchia e ripristino di Schengen
Fondamentale in tal senso è l'accordo con la Turchia, definito nei tratti essenziali nel corso del vertice di lunedì [7 marzo] tra i 28 leader dei Paesi UE e il premier turco Ahmet Davutoglu – per l'Italia ha partecipato il premier Matteo Renzi.
L'accordo prevede un impegno della Turchia a bloccare, o quantomeno contenere, i flussi di profughi che, attraverso il suo territorio, stanno raggiungendo la Grecia e di lì gli altri Paesi UE tramite la cosiddetta rotta balcanica. La Turchia si farà carico di riprendere i migranti che hanno raggiunto illegalmente l'UE, ma a condizione che per ogni profugo riammesso, l'UE ne accolga uno in modo legale.
Dall'altro lato, l'Unione europea dovrebbe versare nelle casse turche 3 miliardi di euro per l'accoglienza dei migranti. Gli Stati membri si sono anche impegnati ad aprire nuovi capitoli del processo di adesione all'UE e a liberalizzare i visti entro giugno.
L'accordo di massima, raggiunto lunedì, sarà perfezionato nel corso del prossimo Consiglio europeo, previsto per il 17 marzo.
I leader dei Paesi UE hanno anche affrontato la questione del ripristino del corretto funzionamento dell'area Schengen. Nel corso degli ultimi mesi, infatti, 8 Stati hanno hanno reintrodotto i controlli alle loro frontiere interne per fronteggiare l'emergenza migranti, secondo quanto consentito in casi eccezionali dallo stesso Trattato di Schengen.
L'obiettivo della Commissione, però, è quello di tornare a una situazione di normalità entro dicembre 2016, anche al fine di evitare ulteriori danni economici, stimati tra i 5 e i 18 miliardi di euro all’anno.
Le azioni messe in campo dall'Unione europea, dunque, sono imponenti e hanno il forte sostegno dell'Italia, la quale ha recentemente presentato insieme alla Germania un documento per riformare il Regolamento di Dublino, al fine di ricollocare i richiedenti asilo in modo uniforme tra tutti gli Stati membri. Un provvedimento che sarebbe il completamento di quelli finora decisi.
Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea