Non le aziende, ma l'Europa contrasti il contrabbando
Secondo gli accordi, le quattro imprese principali di tabacco (Philip Morris International, Japan Tobacco, British American Tobacco ed Imperial Tobacco), nel loro insieme, hanno accettato di versare all'UE e ai suoi Stati membri un totale di 2,15 miliardi di dollari, per tutta la durata degli accordi, a condizione che decadesse il procedimento legale intentato nei loro confronti per recuperare i dazi persi per il commercio illegale di sigarette. L’accordo prevede inoltre un forte impegno nella lotta al contrabbando e alla contraffazione da parte delle quattro aziende. Ma i deputati hanno rilevato che il commercio illecito dei prodotti del tabacco e, in particolare, il contrabbando di sigarette contraffatte, causa perdite alle entrate dell'UE e dei suoi Stati membri (in termini di imposte doganali, IVA e accise) pari a oltre 10 miliardi di euro l'anno.
Piuttosto che il rinnovo degli accordi, la Commissione dovrebbe, dicono i deputati, concentrarsi sull'implementazione della direttiva UE 2014 sul tabacco, che prevede strumenti più efficaci per contrastare il contrabbando, come un sistema comunitario di tracciabilità e di monitoraggio delle sigarette, in vigore dal 2019.