Gli artigiani dell'edilizia vedono la fine del tunnel
Dal 2008 le imprese venete del settore sono calate dell’12% (-7.300 artigiane e -1.500 non artigiane); l’occupazione dipendente del -27,8% (30.500 posti di lavoro in meno); il fatturato si è passato da 16 ai 12 miliardi a causa soprattutto del calo delle nuove costruzioni.
Che sia comparso un segno “più” è stato accolto con giustificato ottimismo se si saprà puntare prima ancora che sulle nuove costruzioni (residenziale, non residenziale e pubblico restano al palo), sul rinnovo di un patrimonio edilizio veneto che ha oltre 40 anni (250mila abitazioni e 135mila condomini) e dell’efficientamento energetico (oltre il 56% è privo di certificazione energetica).
«La riqualificazione urbana e quella energetica – ha sostenuto Virginio Piva, Presidente Edilcassa Veneto – sono il futuro del nostro settore. Le nostre imprese lo sanno e hanno imparato che da una crisi forte e pesante come quella che non è del tutto alle nostre spalle, si esce solo innovando i mercati e innovando i metodi di intervento, le capacità e le conoscenze, le competenze e la professionalità.
Tuttavia l’anello debole sta a monte, sta in chi dovrebbe darci orizzonti di sviluppo di lungo periodo e invece tentenna». Gli ha fatto eco Valerio Franceschini, Vicepresidente Edilcassa Veneto che ha sottolineato: «Abbiamo chiesto alla Regione una convocazione delle parti per discutere delle prospettive oltre la crisi, ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Restiamo in attesa».