Migranti, la Commissione propone passi avanti su asilo e rinvii
In primo luogo, il 4 aprile scorso è diventato operativo l’accordo tra Unione europea e Turchia del 18 marzo 2016 e sono iniziati i primi rinvii dalla Grecia, più precisamente da Lesbo e Chios, dei migranti economici che non hanno diritto a protezione internazionale e di coloro che hanno visto la propria domanda di asilo dichiarata inammissibile. In parallelo, dato che l’accordo si basa su un rapporto 1:1, sono iniziati i primi reinsediamenti dalla Turchia di rifugiati siriani.
L’obiettivo dell’accordo è porre fine alla migrazione irregolare dalla Turchia e impedire la creazione di nuove rotte, in cambio di un programma legale di reinsediamento dei rifugiati siriani. La misura riguarda tutti i migranti che hanno raggiunto la Grecia dopo il 20 marzo.
Il numero di migranti rinviati dalla Grecia alla Turchia è pari a 202, ma nelle stesse ore 339 migranti sono arrivati in Grecia percorrendo la rotta inversa. Nell’ambito dell’accordo, 43 migranti siriani sono stati poi reinsediati in Germania e Finlandia.
Altri rifugiati siriani dovrebbero arrivare in Olanda. La scelta dei rifugiati da ricollocare viene effettuata dalla Turchia in base a criteri quali l’esistenza di legami familiari in Europa o la capacità di integrarsi.
La seconda novità riguarda la riforma del Regolamento di Dublino (Dublino III), che la Commissione europea ha presentato oggi 6 aprile ai ventotto paesi membri.
Il Regolamento di Dublino attribuisce al paese di Prima accoglienza la responsabilità di esaminare la domanda di asilo e impedisce di presentarla in più di uno stato membro. Questo sistema, pensato in anni in cui i flussi migratori erano più contenuti, è stato ritenuto obsoleto da alcuni Stati a fronte dei più recenti flussi migratori verso l’Europa.
La Commissione propone due opzioni per riformare Dublino. La prima opzione prevede il mantenimento del criterio del Paese di prima accoglienza, con l’aggiunta di un meccanismo di ridistribuzione delle domande di asilo tra tutti i Paesi UE in caso di “flussi ampi e sproporzionati”.
La seconda opzione prevede invece l’eliminazione dell’obbligo di esaminare la domanda di asilo nel primo Paese di accoglienza e introduce un sistema di ripartizione basato su quote fisse di ricollocazione dei richiedenti asilo. In questo caso però la verifica dei criteri di ammissibilità rimarrebbe competenza del Paese di prima accoglienza.
Nel lungo termine, invece, l’obiettivo della Commissione è quello di attribuire la gestione della concessione dell’asilo a un’agenzia UE che operi attraverso filiali nazionali.
Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea
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