La Lega impone al Veneto la legge antimoschee
Il confronto è stato aspro in aula, per la discussione dei 42 emendamenti presentati, ma soprattutto all'esterno. A cominciare dalla preventiva presa di posizione del Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, che ha denunciato il concreto rischio di una pesante limitazione della libertà religiosa.
A Palazzo Ferrofini la maggioranza ha comunque voluto procedere respingendo tutte le richieste di modifica che venivano avanzate, in particolare dai consiglieri del Pd che hanno contestato le norme che impediscono la realizzazione di luoghi di culto nelle aree industriali o artigianali, quelle che non permettono la celebrazione di funzioni religiose, ancorché in via estemporanea, in spazi aperti, l’obbligo dell’uso della lingua italiana nelle funzioni religiose, fino alla possibilità di sottoporre a referendum nei Comuni le richieste di costruzione di nuovi luoghi di culto.
Che la legge porti con sé evidenti, forti dubbi di costituzionalità è stato ripetutamente espresso e già da parte delle comunità islamiche si parla di ricorsi sulla legittimità del provvedimento. Si è associata anche la voce dei altri culti, ad esempio quello valdese che potrebbe essere penalizzato dalle norme che potrebbero essere attuate nel Veneto e non nelle altre parti d'Italia.
Il voto finale in Consiglio Regionale ha visto il parere favorevole della maggioranza (Lega Nord, Lista Zaia, Forza Italia, FdI-An) affiancata dalla Lista Tosi e da Veneto del Fare. Voto contrario della minoranza: Pd, Movimento 5 Stelle, Veneto Civico, Lista Moretti.