Approvato a Strasburgo il nuovo Regolamento per la privacy
Per l’ex presidente della Commissione Europea, Viviane Reding, si tratta di "un giorno storico per l’Europa. Questa riforma ripristinerà la fiducia nei servizi digitale, facendo ripartire il motore per la crescita".
Però gli Stati membri hanno due anni per recepire le disposizioni della direttiva nel diritto nazionale. Il sogno potrebbe realizzarsi solo nel 2018.
Dopo quattro anni di lavoro in Commissione, la versione finale è stata sottoposta nell'aula parlamentare a quasi quattromila emendamenti. Ora però ci sarà un’unica legge a cui le aziende dovranno fare riferimento e non 28 legislazioni nazionali diverse, con evidente risparmio di tempo e denaro, che la Commissione ha quantificato in 2,3 miliardi di euro l’anno.
Allo stesso tempo, per chi sgarra, le sanzioni saranno più severe: si parla di multe che potranno arrivare fino al 4% del giro di affari annuale complessivo di un’azienda.
La questione tocca in particolar modo i social network (come Facebook, che fornisce agli iscritti soltanto la possibilità di scaricare una versione parziale dei propri dati) che anche grazie alla ridotta facilità di migrazione dell’utenza sono riusciti a costruire una sorta di monopoli online.
Aspetto importante, le nuove norme si applicheranno non solo alle aziende europee ma a tutte quelle, comprese le multinazionali americane, che forniscono servizi ai cittadini del Vecchio Continente.