Veneto vicino alla soglia di 131mila imprese
“Un primo semestre ancora drammatico in tutta Italia (12mila507 gli artigiani che mancano all’appello, oltre i due terzi della riduzione totale di imprese) che vede però le tre regioni del Nord Est soffrire un po’ meno” -commenta a caldo Luigi Curto, Presidente regionale di Confartigianato, che spiega: “dopo diversi trimestri in cui la nostra area registrava saldi peggiori della media, dallo scorso anno le cose vanno meglio. Ed anche nel 2016 si conferma che Veneto (-0,75%), Friuli (-0,86%) e soprattutto il Trentino (-0,46), quest’ultima la regione che ha registrato la migliore performance nazionale, sono tutte ben al di sotto del calo nazionale (-0,92%). Inoltre rispetto allo stesso periodo del 2015, nella nostra regione, sono calate più le chiusure che le nuove iscrizioni. Piccolissimi segnali positivi che non smorzano il dato generale di fortissima criticità”.
“Le quasi 4mila cessazioni in soli tre mesi, 450 al giorno, quasi 2 all’ora, -prosegue Curto- sono il segnale tangibile che il protrarsi della recessione sta riducendo allo stremo le nostre imprese che vivono sulla propria pelle il peso insostenibile dell’eccessiva pressione fiscale, del crollo dei consumi senza precedenti, del difficile e costoso accesso al credito, dell’annosa questione della riscossione dei crediti vantati nei confronti dei loro committenti e dalla PA. Una montagna già difficile da scalare senza il bisogno di vedersi appioppati sulle spalle ulteriori fardelli come tariffe energetiche lunari e penalizzanti per i più piccoli, Sistri, Tasi, Imu, burocrazia ed inefficienze varie”.
Scendendo nel particolare dei macrosettori che compongono il variegato mondo dell’artigianato veneto, si evidenziano alcune dinamiche interessanti. La prima da sottolineare con forza è la resistenza del manifatturiero (-0,71%). La tenuta della colonna portante del mondo artigiano che conta oggi 34.606 imprese è di buon auspicio. E’ qui infatti che si esprimono a pieno tutte le caratteristiche che fanno delle PMI italiane il possibile asset competitivo su cui puntare per il rilancio dell’intero Paese. Competenze, design, il su misura, il recupero delle tradizioni e del gusto italiano, sono tutte caratteristiche che valgono mercati, export, ricchezza. E quindi occupazione e bilancia commerciale. In sofferenza resta invece il comparto edile che ha perso ancora 1.618 imprese (-1,16%). Cala il comparto dei Trasporti (-1,15%), come si riducono, di poco in effetti, i servizi alla persona (-0,25%).
Vale la pena sottolineare come i servizi alle imprese sono tra i pochi settori in campo positivo + 0,99%.