La Camera dichiara decaduto Galan dal seggio di Montecitorio
Il voto dell’Aula è arrivato dopo il via libera della Giunta per le Elezioni, che si era espressa in favore della decadenza per il coinvolgimento nella vicenda del Mose e, dopo il suo patteggiamento, per la condanna a due anni e dieci mesi di reclusione, che sta scontando ai domiciliari, oltre alla confisca dei beni per 2,6 milioni di euro. Ma i guai per Galan non sono finiti: la Procura della Corte dei Conti di Venezia ha chiesto per lui la condanna ad un risarcimento per danni di immagine da 5,2 mln di euro, sempre in relazione al Mose, presentata dopo che il suo patteggiamento è diventato definitivo.
Nel corso dell’udienza, la difesa di Galan ha puntato sul fatto che, nonostante l’ormai ex politico sia stato Presidente della Regione per 10 anni, gli eventuali reati sono prescritti dal 2008, mentre dal 2010 non era più Governatore non essendo stato candidato. Successivamente, sotto il governo Berlusconi, Galan era stato prima ministro dell’Agricoltura, poi ai Beni culturali. La Corte si è riservata di decidere.
Nel seggio a Montecitorio subentrerà ora Dino Secco.