Antitrust UE contro Google: la Commissione invia comunicazione degli addebiti su sistema operativo e applicazioni Android
L'indagine UE ha fatto emergere che l'azienda abbia attuato una strategia volta a imporre restrizioni ai fabbricanti di dispositivi Android (quest'ultimi rappresentano circa l'80% dei dispositivi mobili) e agli operatori di reti mobili, violando le regole europee.
In particolare, l'articolo 102 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) vieta l'abuso di posizione dominante che possa essere pregiudizievole al commercio e impedire o limitare la concorrenza. L'attuazione di tale disposizione è definita nel regolamento antitrust (Regolamento n. 1/2003 del Consiglio), che può essere applicato dalla Commissione e dalle autorità nazionali garanti della concorrenza degli Stati membri dell'UE.
L’indagine UE ha permesso di inviare la comunicazione degli addebiti, in seguito alla scoperta delle principali violazioni delle norme antitrust commesse dall'azienda e le rispettive cause:
• obbligo per i fabbricanti di impostare Google Search come motore di ricerca predefinito, oltre al browser Google Chrome;
• divieto ai fabbricanti di vendere dispositivi mobili intelligenti che utilizzano sistemi operativi concorrenti;
• offerta di incentivi finanziari ai fabbricanti e agli operatori di reti mobili per ottenere l'installazione solo di Google Search sui loro dispositivi.
Tali pratiche commerciali ostacolano la capacità dei motori di ricerca concorrenti di accedere a questo mercato, nonché lo sviluppo di nuove applicazioni e servizi. Le conseguenze di questo meccanismo si riversano in particolare sui consumatori, i quali sono costretti ad accontentarsi di una scelta più limitata e di un sistema di sviluppo delle innovazioni meno efficiente.
Anche Android, il quale è un sistema modificabile e accessibile liberamente, è soggetto a delle restrizioni. Infatti, qualsiasi fabbricante che intenda preinstallare in un suo dispositivo applicazioni di cui Google detiene i diritti, deve sottoscrivere con Google un "accordo antiframmentazione" con cui si impegna a non vendere dispositivi che utilizzano varianti Android. In effetti, la Commissione ha potuto rilevare che l'obbligo di esclusiva ha influenzato la scelta di taluni fabbricanti di dispositivi e operatori di reti mobili se preinstallare o meno servizi di ricerca concorrenti.
Nonostante, la comunicazione degli addebiti rappresenti una fase formale delle indagini della Commissione su sospette violazioni delle norme antitrust dell'UE, l'invio in sé non pregiudica l'esito dell'indagine, in quanto la Commissione prende una decisione definitiva solo dopo che le parti hanno esercitato il diritto di difesa.
Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea
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