Flusso migratorio irregolare e dislocamento forzato nel Corno d’Africa: approvato il secondo pacchetto di misure
L’obiettivo del fondo è stato definito ufficialmente in occasione del Summit di Valletta in Novembre 2015, nel quale l’Unione europea ha incontrato i Paesi africani chiave proprio per discutere della migrazione e della crisi dei rifugiati.
In particolare, sono emersi due aspetti principali, ovvero la costruzione delle capacità dei Paesi del Corno d’Africa a gestire la migrazione e il dislocamento, nonché l’importanza del peacebuilding e la prevenzione dei conflitti.
In situazioni di forte crisi, è fondamentale guardare alle modalità di attuazione dei programmi che devono garantire rapidità nell’attivazione, flessibilità dei risultati, impatto e efficacia dei costi.
Dai programmi adottati per il Corno d’Africa emerge che circa 81 milioni di euro sono stati utilizzati in particolare per:
• la lotta contro il traffico di esseri umani e il traffico di migranti (40 milioni di euro)
• la creazione di opportunità di lavoro e migliori condizioni di vita in particolari aree dell’Etiopia, che sono all’origine dei flussi migratori (20 milioni di euro)
• sostenere l’attuazione dell’accordo di pace in Sud Sudan (21 milioni di euro)
Inoltre, il Fondo fiduciario di emergenza dell’UE si focalizza sui conflitti interni e sulle aree a rischio, come le zone di transizione degli immigrati e mira a rafforzare il dialogo con i paesi del continente africano, a livello bilaterale e regionale.
A livello regionale, sono tre programmi a favore di Etiopia (30 milioni di euro), Sudan (15 milioni di euro) e Kenya (15 milioni di euro), destinati al conseguimento di un miglioramento delle condizioni di vita dei rifugiati eritrei e somali e delle loro comunità ospitanti. I provvedimenti chiave riguardano, da una parte, l'immigrazione legale e la mobilità (10 milioni di euro) e, dall’altra parte, il rafforzamento delle capacità dell’Autorità intergovernativa per lo sviluppo (IGAD) nell’attuare le strategie di resilienza regionale (5 milioni di euro).
A livello dei singoli Paesi, invece, il contenuto dei programmi vede in primo piano:
• la promozione di una cultura di tolleranza e dialogo in Somalia (€5 milioni)
• la creazione di opportunità economiche in Kenya (€12 milioni)
• l’attuazione di misure speciali per il Sudan per il miglioramento dell’accesso ai servizi sanitari, la cui carenza è una delle principali cause del dislocamento forzato in queste aree (€25 milioni)
Oltre ai dieci programmi in questione, la Commissione europea ha annunciato di recente il lancio di 20 nuovi progetti del valore complessivo di oltre 280 milioni di euro nella regione del Sahel e del bacino del lago Ciad, realizzati in collaborazione con i partner africani.
Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea
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