Primo via libera della Camera al ddl contro il consumo del suolo
Il testo, in linea con gli obiettivi dell’Unione Europea di azzerare il consumo del suolo entro il 2050, punta a valorizzare e proteggere il territorio, con particolare attenzione alle superfici agricole e alle aree sottoposte a tutela paesaggistica per promuovere e salvaguardare l’attività rurale, il paesaggio e l’ambiente, contenendo i consumi e limitando il rischio idrogeologico. Vengono fissati, inoltre, i criteri di riuso del suolo edificato e della rigenerazione urbana.
Secondo quanto previsto nel disegno di legge, il M.I.P.A.A.F., di concerto con i Dicasteri dell’Ambiente, dei Beni e delle Attività Culturali, del Turismo, delle Infrastrutture e Trasporti, ha il compito di indicare, con un apposito decreto, la riduzione progressiva vincolante di consumo del suolo a livello nazionale.
“L’Italia ha bisogno di questa legge - afferma il Ministro, Maurizio Martina – anche per colmare un gap rispetto ad altri Paesi, tutelando la nostra agricoltura, conservando il paesaggio, che è uno dei nostri punti di forza assoluti, stimolando anche l’edilizia di riuso, nonchè la rigenerazione urbana con il recupero di aree già occupate e strutture già esistenti. L’approvazione di oggi alla Camera è un passo concreto in avanti verso un provvedimento, che attendiamo da troppo tempo. Andiamo avanti, in linea anche con gli impegni presi ad Expo con la Carta di Milano, che richiama proprio i Governi a rafforzare le leggi in favore della tutela del suolo agricolo.”
Per la prima volta vengono fissate le definizioni di:
- consumo del suolo, la variazione tra il suolo non consumato e quello consumato;
- impermeabilizzazione, il cambiamento della natura o copertura del suolo attraverso interventi, che non siano connessi all’attività agricola, tali da eliminarne la permeabilità;
- superficie agricola, naturale o seminaturale (ovvero terreni agricoli secondo gli strumenti urbanistici) e altre superfici non impermeabilizzate;
- area urbanizzata, la parte del territorio formata dai centri storici, aree edificate con continuità a destinazione residenziale, industriale e artigianale, commerciale, direzionale, di servizio, turistico-ricettiva, parchi urbani, lotti e spazi inedificabili interclusi dotati di opere di urbanizzazione primaria;
- rigenerazione urbana, l’insieme di interventi urbanistici, edilizi nelle aree urbanizzate, compresi gli interventi volti a favorire l’insediamento di attività di agricoltura urbana come gli orti urbani e gli orti didattici.
Il consumo del suolo è consentito esclusivamente nei casi in cui non esistano alternative di riuso e rigenerazione delle aree già urbanizzate.
Prevista l’istituzione, presso il Ministero delle Politiche Agricole, di un registro dove sono iscritti i Comuni, che hanno adeguato i propri strumenti urbanistici a quanto stabilito dalle Regioni e dalle Province autonome di Trento e Bolzano, in ordine alla riduzione quantitativa di consumo di suolo, nonchè ai criteri e modalità da rispettare nella pianificazione urbanistica comunale e nei quali non è previsto consumo di suolo agricolo o è prevista la riduzione del consumo di suolo superiore alla quantità definita dalla Regione di appartenenza.
Assicurata la sospensione delle trasformazioni, che comportano nuovo consumo di suolo, in attesa che i meccanismi disegnati dal disegno di legge entrino pienamente in funzione. La disciplina transitoria va applicata dalla data di entrata in vigore della legge e fino all’adozione dei provvedimenti di attuazione della riduzione del consumo del suolo, non oltre il termine di 3 anni.
Attribuita la priorità ai Comuni, iscritti nel registro degli enti locali, nella concessione di finanziamenti statali e regionali finalizzati agli interventi di rigenerazione urbana e di bonifica dei siti contaminati, nonchè agli interventi volti a favorire l’insediamento di attività di agricoltura urbana e il ripristino delle colture nei terreni agricoli incolti, abbandonati, inutilizzati o in ogni caso sfruttati ai fini agricoli.
Le superfici agricole, che hanno ricevuto finanziamenti europei legati alla Politica Agricola Comune (P.A.C.) e alla politica di sviluppo rurale, non possono, per un periodo di 5 anni dall’ultima erogazione, essere destinate ad uso diverso da quello agricolo, nè essere oggetto di interventi di trasformazione edilizia non funzionali all’attività agricola, ad eccezione delle opere pubbliche.
Le politiche di sviluppo territoriale regionali e nazionali devono favorire la destinazione agricola e l’esercizio di pratiche agricole, perseguendo così la tutela e la valorizzazione dell’attività agricola attraverso la riduzione del consumo del suolo.
Semplificazione delle procedure per gli interventi di rigenerazione delle aree urbanizzate degradate dal punto di vista urbanistico, socio-economico, paesaggistico e ambientale per garantire forme di intervento attraverso progetti organici basati su riuso del suolo, riqualificazione, demolizione, ricostruzione e sostituzione degli edifici esistenti, creazione di aree verdi, pedonalizzate e piste ciclabili.
I Comuni sono chiamati a redigere un censimento degli edifici e delle aree dismesse non utilizzate o abbandonate esistenti. Il censimento in questione servirà agli enti comunali a verificare, se le previsioni urbanistiche, che comportano consumo del suolo, possono essere soddisfatte attraverso interventi di rigenerazione. Tutte le informazioni saranno pubblicate sui siti internet istituzionali dei Comuni interessati.
I DATI SUL CONSUMO DEL SUOLO IN ITALIA
- Dagli anni ’70 la superficie coltivata in Italia è diminuita del 28%
- 5 milioni di ettari di superficie agricola persa negli ultimi 30 anni, pari a oltre 80 campi da calcio al giorno
- Una superficie equivalente a Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna messe insieme
- Auto approvvigionamento alimentare attuale: 80-85%
- Dal 1950 ad oggi la popolazione è cresciuta del 28%, la cementificazione del 166%
- La continua perdita di terreno agricolo porta l’Italia a dipendere sempre più dall’estero per l’approvvigionamento di risorse alimentari
- Ogni giorno in Italia vengono impermeabilizzati 100 ettari di terreni naturali pari a oltre 80 campi da calcio
- Dagli anni ‘50 ad oggi sono stati impermeabilizzati 1,5 milioni di ettari: una superficie pari alla Calabria (ISPRA)
- Il 6,7% è costituito da superfici edificate (I.S.T.A.T.)
- La Pianura Padana, cioè l’area agricola più vasta e produttiva della penisola italiana, ha una percentuale media di superfici edificate pari al 16,4% del territorio (I.S.T.A.T.)
- Nella classifica delle regioni “più consumate”, secondo i dati I.S.P.R.A. 2015, al primo posto Lombardia e Veneto (circa il 10%).
- Monza e Brianza ai vertici delle province più cementificate. I comuni delle province di Napoli, Caserta, Milano e Torino oltrepassano il 50%, raggiungendo anche il 60%.