Paura nelle campagne: a picco i prezzi dei prodotti agricoli
È quanto emerge dai dati Istat sull’inflazione a marzo, sulla base delle rilevazioni Ismea nell’ultima settimana di marzo.
Il calo tendenziale riflette soprattutto la flessione dei prezzi della frutta e degli olii e grassi vegetali (rispettivamente pari a -30,1% e -30,7% su base annua), ma anche il calo più contenuto delle quotazioni dei cereali e dei semi oleosi (-13,0% e -13,6%). In flessione anche le quotazioni dei vini (-2,4% su base annua), trascinate in basso dai vini comuni e dai vini Igt.
L’unico dato positivo, su base annua, per il comparto vegetale è dato dalle colture industriali (+8,8%). Anche per il comparto zootecnico la dinamica resta deflativa (-4,2%) nonostante una situazione congiunturale nel complesso favorevole (+0,5%). Il dato tendenziale riflette le variazioni annue negativa per tutti i settori ma in particolare per i prezzi delle uova che segnano un -22,0% rispetto a febbraio 2015.
Per quanto riguarda la congiuntura, il dato positivo dei prodotti zootecnici è dovuto esclusivamente all’aumento dell’1,6% dei prezzi degli animali vivi. Per il comparto zootecnico la congiuntura si rivela nuovamente sfavorevole (-1,8% rispetto a gennaio) e la tendenza resta deflativa (-3,1%), con cali diffusi tra il bestiame vivo (-2,5% in media su base annua), uova (-22,3% sempre rispetto a febbraio 2015) e lattiero-caseari (-1,5%).