Agenti cancerogeni o mutageni, in arrivo regole UE più severe
La direttiva stabilisce che i datori di lavoro prevengano l’esposizione a specifici agenti cancerogeni e mutageni, che, se possibile, le sostanze cancerogene siano sostituite con prodotti meno pericolosi e gli agenti chimici siano prodotti e utilizzati in ambienti chiusi per evitare l’inalazione da parte dei lavoratori.
La nuova proposta prevede l'introduzione di limiti massimi di concentrazione nell'aria per tredici agenti chimici cancerogeni selezionati come prioritari da scienziati, datori di lavoro, lavoratori e ispettori durante una consultazione, a causa dell’elevata incidenza tra il numero di lavoratori esposti e i casi di cancro registrati.
Le parti sociali coinvolte nella consultazione si sono inoltre espresse a favore dell'inserimento nella direttiva di sostanze chimiche derivate da un procedimento di lavorazione. Per i tredici elementi selezionati sono previsti diversi valori limite di esposizione secondo il grado di pericolosità, mentre per i restanti agenti chimici cancerogeni la Commissione presenterà una nuova proposta entro il 2016.
L'introduzione di valori limite a livello europeo porterebbe all'istituzione di pari condizioni di concorrenza per le aziende, di un livello di protezione minimo garantito per i lavoratori grazie all’introduzione di norme comuni per controllare i livelli di esposizione e contribuirebbe a creare un mercato unico più equo. Gli stati saranno però liberi di adottare valori nazionali più bassi rispetto a quelli presenti nella direttiva, poiché l’obiettivo è eliminare o ridurre il più possibile il livello di esposizione a tali sostanze.
Per alcuni agenti cancerogeni non sono attualmente previsti limiti nazionali di esposizione professionale per altri invece esistono standard troppo elevati che garantiscono solo una protezione limitata e insufficiente dei lavoratori.
Tali standard elevati forniscono vantaggi competitivi alle imprese che li applicano, ma le differenze tra i limiti nazionali di esposizione generano incertezze sui livelli adeguati di rischio da tollerare.
La proposta, arrivata in seguito all’annuncio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità secondo la quale il cancro è la prima causa di morti sul lavoro nell’Unione europea (53%), permetterà di diminuire il numero dei lavoratori affetti da tumori professionali, di diminuire i costi sanitari per le cure e riabilitazione e di evitare, secondo le stime, 100 mila decessi nei prossimi 50 anni corrispondenti al periodo di tempo che può intercorrere tra l’esposizione ad un agente patogeno e l’insorgere della malattia. Le stime dei decessi prendono in considerazione i livelli di esposizione, i metodi di produzione e le conoscenze mediche.
Infine, la proposta avrà dei riscontri positivi anche per le imprese, le quali potranno beneficiare di un aumento della produttività e di una riduzione dei costi generalmente associati ai dipendenti affetti da tumore dovuti a inattività, pensionamento anticipato per malattia e indennizzi.
Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea
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