Pochi i ragazzi europei che lavorerebbero in un altro Paese
Sono stati 10.294 i ragazzi europei intervistati nei 28 Stati membri dell'UE. E le differenze nelle risposte sono talvonta anche molto differenziate tra un Paese e l'altro.
La maggioranza assoluta degli intervistati in 20 paesi si sentono esclusi a causa della crisi economica e non sorprende che i tassi siano molto più alti nei Paesi dove la crisi ha colpito più duramente. Tuttavia sono pochi, appena il 15%, i giovani che si sentono costretti a lasciare il loro Paese. Il 61% dei giovani nella UE non vorrebbe studiare, viaggiare o lavorare in un altro paese dell'UE (mentre il 32% vorrebbe farlo) ed infatti, in tutta l'UE nel suo complesso, l'88% delle persone di età da 16 a 30 anni non ha mai viaggiato in un altro paese dell'UE per studiare o lavorare.
Il 90% degli intervistati ritiene che sia importante conoscere la UE e quale sia il funzionamento delle sue istituzioni: poco più della metà (51%) dice che il voto alle elezioni europee è il modo migliore di partecipare effettivamente alla vita pubblica nell'UE.
Tra i giovani europei, che sono molto attivi sui social network, la maggioranza relativa (46%) ritiene che queste reti rappresentino “un progresso per la democrazia, perché permettono a tutti di partecipare al dibattito pubblico”. Al contrario, il 27% ritiene che rappresentino “un rischio per la democrazia, a causa dell'uso inadeguato che potrebbe essere fatto dei dati personali”.