Il grande impegno dei CdB per la sicurezza idrogeologica e l’irrigazione nelle zone terremotate
Nei giorni seguiti al terremoto del 2012, c’è una frase che si sentì ripetere spesso dal Presidente ANBI (Associazione Nazionale dei Consorzi Gestione e Tutela del Territorio ed Acque Irrigue) e del Consorzio Burana, Francesco Vincenzi: “Possiamo anche ricostruire abitazioni, aziende, scuole, ospedali: ma se non ci affrettiamo a sistemare i danni del sisma su canali di bonifica e impianti idrovori avremo edifici agibili, ma allagati.”
Decine di chilometri di canali furono infatti colpiti da gravi fenomeni di dissesto post-sisma: canali, che alla prima piena rischiavano il collasso degli argini e conseguenti allagamenti dovuti alle importanti fessurazioni createsi nelle sponde. Senza dimenticare che tutti gli impianti idrovori furono resi inagibili a causa di importanti lesioni strutturali e parziali crolli.
Riprende il Presidente, Vincenzi: “Oggi dopo 4 anni, a fronte dell'impegno della Regione Emilia-Romagna, che ha finanziato la messa in sicurezza e il ripristino delle opere danneggiate, abbiamo avuto la capacità di attivare molti dei cantieri programmati. Inoltre, quasi miracolosamente, siamo riusciti a non interrompere mai il servizio, perché gli stessi canali e impianti che d'inverno scolano l’acqua preservando dagli allagamenti, in estate assicurano l’approvvigionamento idrico per l’agricoltura e l’ambiente.”
Il Direttore del Consorzio di bonifica Burana, Cinalberto Bertozzi, aggiunge: “Da maggio 2012 lavoriamo senza sosta per ripristinare la completa funzionalità del nostro sistema idrico. Oggi possiamo dirci soddisfatti, perché tutte le opere provvisionali sono state ultimate. Ma se in due impianti come il Sabbioncello di Quingentole (Mn) e Pilastresi di Bondeno (Fe) sono già stati completati i lavori post-sisma, stiamo procedendo con le gare per appaltare i lavori agli impianti pluvirrigui, così come sono iniziati i lavori al bacino del S. Bianca e del Bondeno-Palata a Bondeno. La parte progettuale e quella burocratica richiedono particolare attenzione anche per ottemperare i vincoli della Sovrintendenza (si tratta spesso di impianti dall’importante valore storico e architettonico) così come le valutazioni ambientali nell’analisi e nello smaltimento dei terreni, su cui si vanno a realizzare gli scavi.”
A quattro anni dal sisma, dunque, tanto è stato fatto e tanto c’è ancora da fare.