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Trasmettere l’impresa per non disperdere valore

25/05/2016
Trasmettere l’impresa per non disperdere valoreSi è svolta a Courmayeur nei giorni scorsi l’Assemblea dei Giovani imprenditori di Confartigianato. “Start up … con 40 anni di esperienza".

"Trasmettere l’impresa per non disperdere valore”, questo il tema sul quale le nuove leve dell’artigianato e delle piccole imprese si sono confrontate con i rappresentanti del Governo e del Parlamento, con esponenti del mondo accademico e del credito.

All’iniziativa sono intervenuti, tra gli altri, il Ministro per gli Affari regionali e le autonomie, con delega alla famiglia, Enrico Costa, il vice ministro all’Economia e Finanze Luigi Casero, gli onorevoli Raffaello Vignali (Ncd) e Mino Taricco (Pd), il Presidente di Artigiancassa Fabio Banti, il Professor Gustavo Piga, docente di economia politica all’Università Tor Vergata di Roma, la professoressa Marina Puricelli, docente della Sda Bocconi.

Nel corso dell’Assemblea è stato eletto il nuovo presidente dei Giovani imprenditori di Confartigianato per i prossimi 4 anni: il veneziano Marco Nardin, che ha guidato il Movimento nell'ultimo quadriennio, ha passato il testimone a Damiano Pietri, 37 anni, imprenditore di Modena, titolare di un’impresa specializzata nella produzione di bilance di precisione. Due i “veneti eletti in Giunta Nazionale: Nicola Cavazzon di Vicenza e Gabriele Garmilli di Verona.

I giovani imprenditori hanno acceso i riflettori sul valore economico e sociale dell’impresa artigiana, un patrimonio che deve essere preservato favorendo la successione dell’azienda non soltanto all’interno della famiglia. E’ necessario agevolare anche la trasmissione d’impresa per non disperdere la ricchezza economica e di competenze professionali consolidata nelle aziende che hanno molti anni di attività alle spalle.

“Abbiamo chiesto al Governo – ricordano i veneti Cavazzon e Garmilli – di concentrare l’attenzione e gli investimenti sul passaggio generazionale nelle imprese. In quelle ‘anziane’ c’è un grande valore economico e di cultura produttiva che deve essere preservato e rilanciato dai giovani, sostenendo e facilitando il passaggio di testimone a chi, erede del titolare o dipendente, vuole rilevare l’impresa con gli stessi incentivi fiscali e creditizi oggi previsti per far nascere le start up”.

“Una necessità data dai numeri –proseguono- contenuti nel rapporto dell’ufficio studi confederale presentato durante l’assemblea da cui emergono due aspetti allarmanti. Sul fronte delle neo imprese italiane per le quali è difficile sopravvivere ai primi anni di vita ma anche per gli imprenditori anziani per cui è altrettanto complicato passare il testimone a chi vuole prendere in mano le redini dell'azienda. Ed il Veneto non fa eccezione anche se le sue percentuali sono leggermente migliori rispetto alla media nazionale. In tema di nuove imprese, ad esempio, il 35% delle 10.546 attività artigiane nate nel 2010, hanno cessato l’attività a 3 anni dalla nascita. 3mila 500 imprese che mancano all’appello che diventano 111.325 a livello nazionale con la perdita conseguente di migliaia di posti di lavoro.

Nel frattempo, sempre in regione veneto, oltre 20mila600 imprese a conduzione familiare sono interessate (entro il 2016) al passaggio generazionale e attendono di essere rilevate da un successore. Seconda regione in Italia dopo la Lombardia (35.897 le imprese coinvolte) e settima per incidenza sul totale delle imprese familiari 28,7%

“A fronte della fragilità delle imprese più giovani, -concludono Cavazzon e Garmilli- è strategico rispondere alla crescente domanda di trasmissione d’impresa. Nel 2014, infatti, i titolari, soci e collaboratori di imprese artigiane venete over 65 sono il 7,2% del totale (quasi raddoppiati nell’arco di un decennio) e altrettanti sono quelli tra i 60 ed i 65 anni. Un esercito di oltre 26mila 300 “imprenditori” a cui va trovato un degno sostituto”

Fonte: Confartigianato Imprese Veneto

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