Luci e ombre sulla Riforma del Terzo settore
Sono coinvolti tanti attori dal volontariato alle imprese fino alle cooperative sociali che erogano servizi professionalizzati che avranno chiari vincoli nella distribuzione degli utili. La legge delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dovrebbe far ripartire l'impresa sociale e il servizio civile universale.
L'art. 8 della legge introduce infatti in Italia il servizio civile "universale".
Obiettivo far partecipare tutti i giovani che vorranno farlo, in modo volontario, anche gli immigrati che potranno così fare solidarietà integrandosi nella comunità in cui vivono.
Un altro obiettivo raggiunto, importante per le migliaia di organizzazioni, associazioni, imprese e cooperative che costituiscono il terzo settore, è definire la natura, gli ambiti di azione, le finalità e i confini, consegnandoci una definizione giuridica chiara e unitaria. Come dice il sottosegretario Bobba, la carta d'identità degli enti del Terzo settore.
Fa ordine e chiarezza tra le attività istituzionali coerenti con la mission delle organizzazioni e quelle economiche. Bene anche la revisione dei Centri di Servizio per il Volontariato a cui la legge chiede di estendere i beneficiari non solo al volontariato ma anche agli altri attori del terzo settore.
Sappiamo che le risorse a disposizione del Volontariato sono in calo e servire anche un numero più ampio di beneficiari potrebbe mandare in crisi il sistema, ma insieme sapremo superare anche questo mettendo a frutto le poche risorse economiche disponibili. Auspichiamo che il governo sappia sostenere anche economicamente i CSV e più in generale tutto il Terzo settore veneziano.
In ogni caso sappiamo che aumenterà la cooperazione tra tutti gli enti del Terzo settore. Ora inizia il percorso di stesura dei decreti attuativi che daranno corpo e sostanza al testo di legge: vigileremo perché la norma non sia stravolta, e ne sia data piena attuazione "aggiustando" le imperfezioni e soprattutto per verificare che siano stanziate le risorse per sostenere quanto la legge prevede.
Condivido le preoccupazioni del prof. Luca Fazzi sulla Fondazione, una sorta di IRI del sociale che dovrebbe fornire supporto finanziario al settore. La questione della finanza è sicuramente un aspetto poco conosciuto dal Terzo Settore e può darne un importante sostegno al suo sviluppo, ma attenzione che la finanza non sia "creativa" perché potrebbe recare danni a un settore mediamente poco preparato.
Per il veneziano e la sua Città Metropolitana può diventare una occasione nel processo di creazione di un terreno favorevole anche per la diffusione di un nuovo modo di fare impresa sociale per il benessere dei cittadini. Adesso spetta a tutti noi costruire un percorso partecipato per avviare iniziative che promuovano investimenti ad impatto sociale anche in collaborazione con il mondo profit nell'ottica della Responsabilità Sociale per contribuire a indirizzare uno sviluppo economico sempre più basato su concetti come la sostenibilità, l’equità, l’inclusività in linea con quanto l'Europa ci chiede e sostiene.
Fonte: Giorgio Brunello
Presidente CSV e CAVV di Venezia