Invalidità casalinghe: troppo poche le rendite erogate
13/11/2006
Nonostante fare la casalinga risulti essere uno dei mestieri più pericolosi che esistano, con più di tre milioni di infortuni domestici e oltre ottomila morti ogni anno, è ancora troppo basso il numero di rendite erogate alle casalinghe che hanno subito un’invalidità: solo il 3% delle richieste di indennizzo per infortunio domestico è stato accolto dall’Inail tra il 1° marzo 2001 e il 30 giugno 2005. Scorrendo i dati forniti dall’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, si scopre infatti che la stragrande maggioranza delle domande vengono respinte perché la legge n° 493 del 3 dicembre 1999, che ha reso appunto obbligatoria l’assicurazione, prevede tempi e modalità troppo lunghi per l’accertamento dell’esistenza dell’invalidità. Va ricordato che hanno diritto alla rendita solo le casalinghe che hanno subito infortuni che danno luogo a un’invalidità permanente di almeno il 33% e non quindi a inabilità temporanee o permanenti meno gravi di questa percentuale. Il dato contenuto sulle rendite riconosciute - ricordano gli esperti - risente del fatto che al momento del varo della legge si scelse di tenere molto basso il premio annuale (25.000 lire che poi divennero 12,91 euro) ma anche di risarcire solo i danni permanenti gravi. Non c’è quindi nessun indennizzo per le inabilità temporanee (come una gamba rotta), né per le invalidità permanenti non gravi (ad esempio la perdita di un dito ma anche la sordità ad un orecchio che vale solo il 15%).
Dati che tornano a far chiedere, di ridurre dal 33% al 26% il grado di invalidità necessario per ottenere il risarcimento, in modo da poter erogare prestazioni a più persone.
Il Presidente Carlo Garofolini