Bene ma non benissimo. Sarebbe questa l'espressione perfetta per definire il lavoro svolto dall'Italia nel processo di digitalizzazione. Il Bel Paese è al 25° posto nella classifica dei 28 Stati membri nell'UE (dato reso noto nella relazione sulla performance digitale svolta dalla Commissione europea) ma fa parte del gruppo di Paesi che stanno recuperando il ritardo; sebbene le sue prestazioni siano ancora inferiori a quelle dell'UE nel suo insieme, nell'ultimo anno ha registrato rapidi progressi e si è avvicinata alla media dell'UE.

Facciamo un passo indietro. La Commissione europea il 23 maggio 2016 ha pubblicato una relazione sulla performance digitale degli Stati membri dell'UE partendo dai risultati dell'Indice di digitalizzazione dell'economia e della società (DESI), che fornisce un'istantanea per paese di aspetti quali: connettività, competenze digitali, uso della rete, integrazione della tecnologia digitale nel commercio, servizi pubblici digitalizzati.

L'intento di queste indagini è di vigilare sull'attuazione delle riforme digitali nazionali con lo scopo di dare consigli per raggiungere risultati migliori in questi cinque ambiti.

Dai risultati della relazione si evince che i paesi in vetta alla classifica nell'UE (Svezia, Danimarca e Finlandia) primeggiano anche su scala internazionale, davanti a Corea del Sud e Stati Uniti.

Tornando all'Italia, è cresciuto il ruolo del commercio elettronico nel fatturato delle PMI, mentre la copertura delle reti NGA (reti di nuova generazione) è passata dal 36 % delle famiglie nel 2014 al 44% nel 2015 grazie anche alle numerose indagini suddivise territorialmente svolte dal Ministero dello Sviluppo economico. Inoltre il 37% della popolazione italiana non usa internet regolarmente e il restante 63% svolge poche attività complesse online. Per quanto riguarda i servizi pubblici digitali, l'Italia si avvicina alla media dell'UE. Il 25° posto in classifica quindi (avanti soltanto a paesi come Romania e Bulgaria) dovrebbe fungere da motore trainante per cercare di aumentare i progressi e compiere il passo decisivo per adeguarci ai Paesi eccellenti nel digitale.

Per quanto riguarda il resto degli Stati dell'UE, Malta, Belgio, Olanda e Lituania sono gli Stati più avanzati nella copertura di NGA (reti di nuova generazione) con il 95% coperto, mentre Grecia, Italia e Francia sono sotto il 50%; Romania, Svezia e Lettonia invece sono gli Stati più avanzati nella copertura della banda ultraveloce.

Nella relazione ci sono anche altri dati abbastanza preoccupanti:

• Il 45% della popolazione europea non ha le conoscenze basiche della rete;

• Soltanto il 16,7% delle aziende europee fa uso dell'e-commerce;

• Più del 35 % dei cittadini europei non sa proteggersi da attacchi virus e non sa nulla riguardo cookies e tracciabilità degli spostamenti delle persone.

Tutte queste misure prese derivano da un'attenzione maggiore della commissione Junker verso il digitale: tra le priorità del Presidente, alla numero tre si fa menzione allo sviluppo di un mercato unico del digitale al fine di generare un'ulteriore crescita in Europa che potrà raggiungere i 250 miliardi di euro.

Il Vicepresidente per il Mercato unico digitale, Andrus Ansip ha dichiarato che verranno presentate altre proposte per il commercio on-line dato che non è sfruttato appieno. In particolare si cercherà di eliminare le barriere che scoraggiano le imprese a commerciare oltre frontiera e impediscono ai consumatori di acquistare al miglior prezzo.

Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea