50 anni dall’alluvione ’66, imparare dal passato, educare il cittadini alla cultura del rischio
Barbara Degani, sottosegretario al Ministero per l’Ambiente: Il nuovo collegato ambientale mette al centro i Distretti idrografici per una pianificazione seria di tutto il tema acque con i piani di gestione approvati a marzo. Finalmente non si subiscono gli eventi ma si fa programmazione, sia dal punto di vista tecnico, con la progettazione all’interno dei Contratti di Fiume, sia attraverso la tematica della resilienza, ovvero del coinvolgimento dei cittadini. Serve una vera educazione ambientale che abbiamo previsto nel progetto #labuonascuola e che sarà al centro di un congresso nazionale a Roma a Novembre. L’ambiente deve diventare un tema fondamentale nell’educazione delle nuove generazioni.
Fabio Galiazzo, dirigente Difesa del Suolo, Regione Veneto: L’unico bacino di laminazione realizzato in Veneto risaliva agli anni ’20, ma dopo il 2010 c’è stato un vero cambio di passo: dal 2014 è sorto il grande bacino a Caldogno per la messa in sicurezza di Vicenza, e poi molti altri interventi di questo tipo sono in corso, anche attraverso il Piano per le Aree Metropolitane di #Italiasicura. La Direttiva Alluvioni europea ha strutturato poi attività di coinvolgimento della cittadinanza o sistemi di autodifesa come le assicurazioni per diffondere la cultura del rischio.
Francesco Vincenzi, presidente ANBI- Ass.Nazionale Consorzi di Bonifica: I Consorzi di Bonifica hanno contribuito a scrivere le nuove linee guida per le opere contro il dissesto idrogeologico e sono annualmente impegnati con interventi di manutenzione per oltre 600 milioni l’anno sulla rete idrografica minore di nostra competenza. E’ chiaro però che servono ben altri fondi per mettere mano al dissesto del Paese con una programmazione a lungo termine e un nuovo approccio anche sul fronte urbanistico”.
Achille Variati, sindaco di Vicenza: A Ponte degli Angeli nel centro di Vicenza il livello del Bacchiglione arrivò a 5 metri nel 1966, nel 2010 ha superato i 6 metri. Troppo poco era stato fatto in decenni. Ma oggi la città è attrezzata, c’è un grande bacino a Nord che ci protegge, ma soprattutto è cambiata la cultura del rischio, cosa può fare il singolo cittadino per aiutare. Per primi al mondo stiamo applicando il progetto WeSenseIt, dove il cittadino utilizzando un telefono può dare e ricevere informazioni. Ma le autorità devono dimostrare preparazione scienza in caso di emergenza, se il cittadino si sente rassicurato da questa autorevolezza allora è anche disposto a lasciarsi coinvolgere”. E domani COWM si trasferirà proprio a Vicenza, al Parco Rubicone e in zona Fiera per mostrare ai tecnici giunti da tutto il Mondo l’esempio di Osservatorio del Nordest dove i cittadini contribuisco a fornire informazioni attraverso i propri telefoni con una App.
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