I primi 18 mesi del Piano di investimenti per l'Europa
Analizzando questo "anno di successi", cosa nel piano di investimenti ha funzionato bene? cosa deve migliorare e come si prospetta il futuro?
Il successo del FEIS, già attivo in 26 Stati membri, è sotto gli occhi di tutti: "tale piano di investimenti crea posti di lavoro e mobilita investimenti nell'economia reale. Per questo proponiamo di prorogarlo oltre il 2018. Dobbiamo dar prova di ambizione nel rilancio degli investimenti in Europa", ha dichiarato il Presidente Jean-Claude Juncker.
Il tema del rilancio dell'occupazione, della crescita e degli investimenti rientra tra le priorità del piano Juncker ed è un settore in cui l'Italia è particolarmente coinvolta. A riguardo sono state intraprese una serie di misure:
• per migliorare il contesto imprenditoriale e le condizioni di finanziamento nell'ambito del terzo pilastro del piano di investimenti.
• per ridurre la copertura patrimoniale richiesta alle imprese di assicurazione e di riassicurazione.
• la Commissione proporrà anche di apportare alcune modifiche al quadro normativo sul venture capital: l'apporto di capitale di rischio da parte di un investitore per finanziare l'avvio o la crescita di un'attività in settori ad elevato potenziale di sviluppo
• si spazia, inoltre, dalla creazione di un mercato unico digitale, al fine di realizzare un effettivo mercato transfrontaliero dei servizi, alla semplificazione delle norme sull'IVA
Tra gli obiettivi rientra quello di supportare l'attività del FEIS negli Stati membri più deboli, soprattutto a livello locale. Pertanto la Banca europea per gli investimenti (BEI) e la Commissione mobiliteranno almeno 315 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi nell’economia reale entro il primo semestre 2018. Ad usufruirne sono soprattutto le piccole e medie imprese (PMI) e si prevede nello specifico che ne beneficeranno circa 150 mila PMI e imprese a media capitalizzazione.
Sono stati lanciati altri elementi chiave del piano di investimenti: il portale dei progetti di investimento europei (PPIE), ovvero una piattaforma online che riunisce i promotori di progetti europei e gli investitori dell’UE e del resto del mondo, e il polo europeo di consulenza sugli investimenti (PECI), che offre assistenza tecnica e consulenza personalizzata ai promotori di progetti privati e pubblici.
Gli Stati membri devono, inoltre, puntare molto sulle riforme strutturali per eliminare gli oneri burocratici che ostacolano gli investimenti.
Sulla base dei risultati positivi ottenuti, quali saranno d'ora in avanti le ambizioni future da perseguire in Italia e in tutti gli altri paesi Ue? È proprio nel contesto del semestre europeo che si assiste ad un confronto tra gli Stati membri, i quali dovrebbero dare attuazione alle raccomandazioni specifiche per paese volte a superare gli ostacoli nazionali agli investimenti.
Nonostante i Paesi Ue mostrino scostamenti dal valore di riferimento per il debito e dalle tempistiche previste per il percorso di riduzione, l'analisi dei fattori pertinenti indica che il patto di stabilità e crescita è attualmente rispettato.
Tra le ambizioni future emerge innanzitutto il forte interesse e la grande partecipazione delle banche intermediarie di tutta l’Unione alla fornitura di finanziamenti alle PMI tramite il cosiddetto sportello PMI del FEIS.
La Commissione proporrà il modello del FEIS per gli investimenti nei paesi terzi in via di sviluppo. Sarà semplificato ulteriormente l'abbinamento tra sostegno del FEIS e fondi SIE. Sarà incoraggiata ulteriormente l’istituzione di piattaforme d’investimento.
Il FEIS continuerà a contribuire allo sviluppo del mercato dei progetti sostenibili/verdi incoraggiando lo sviluppo di un mercato delle obbligazioni verdi in Europa. Infine, la Commissione continuerà a realizzare risultati in relazione alle priorità per il mercato unico.
Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea
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