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Alcune domande sul traffico delle grandi navi che transitano in laguna a Venezia

13/07/2016
Alcune domande sul traffico delle grandi navi che transitano in laguna a VeneziaAlcune domande sul traffico delle grandi navi che transitano in laguna, e delle sue conseguenze, dobbiamo continuare a porcele.

Quanto carburante consuma ognuna dal suo arrivo, alla uscita da Venezia?

E i condizionatori d’ aria, sempre accesi, quanta aria calda immettono sulla fragile città?

Di quanti gradi aumenta la temperatura della poco profonda acqua lagunare per raffreddare gli impianti dei potenti motori?

Quante onde elettromagnetiche emesse dai radar, costantemente in funzione, colpiscono le persone che vivono in città? E con quali effetti nel tempo?

Quanto moto ondoso prodotto dai rimorchiatori con i loro scafi corti e profondi che accompagnano le navi?

Quale trauma idrogeologico in laguna provocato dall’ effetto stantuffo delle grandi carene?

Questi sono i dati che i cittadini dovrebbero conoscere, come pure a quale tipo di disastro andremo incontro se un incidente portasse una di queste grandi navi a non essere governata nei ristretti spazi percorsi.

Quali costi e quali eventuali, ma improbabili, guadagni per una città che non ha eguali al mondo?

Questo traffico con le navi alte come i campanili, questo consumo inutile di risorse ambientali non serve a niente, se non al guadagno cieco di pochissime persone che distrutta per sempre la nostra amata Venezia, volgerà la prua delle sue navi verso altre lontane rotte, lasciando qui morte e distruzione.

Sarebbe opportuno un sereno confronto tra tutte le parti dove l’ interesse del singolo non sia l’ unica soluzione possibile. Il lavoro è importante, ma spostarlo di qualche chilometro non farebbe cambiare la nostra situazione lavorativa. Continuando come ora si rischia l’ irreversibile, questo si che ci toglierebbe tutto e subito.

Il passaggio di questi palazzi galleggianti deturpa tutto il bello che Venezia e la sua laguna ha.

Dalla spiaggetta di Sant’ Erasmo i bagnanti vedono questi mostri che quasi vanno a cozzare contro la bella isola e si levano dalle acque pensando agli scarichi che queste grandi navi, inevitabilmente, lasciano a pochi metri da loro.

Stesso triste passaggio anche quando davanti al Lido, appena prima della fine di Sant’ Elena, virano anche qui quasi a cozzare contro le case che in bella mostra stanno a pochi passi dalla riva.

Non appare possibile che le autorità preposte non fermino questo traffico, ma è così.

Evidenziamo in ogni modo questa pericolosa situazione ambientale che dura da troppo tempo e non stanchiamoci di far sentire la nostra voce di dissenso e di paura per salvare Venezia.

Armando Mondin

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