Nuove, e più severe, regole per la privacy sui server americani
L’accordo è stato denominato 'Privacy Shield' ed è stato sottoscritto dopo oltre due anni e mezzo di negoziati: prevede delle linee guida molto rigide per le aziende che trattano i dati personali immessi sui più diffusi siti della rete, con sanzioni e lista nera in caso di infrazioni ripetute. Al tempo stesso stabilisce anche limiti per le autorità americane con il divieto di accesso indiscriminato dei dati europei che potranno essere raccolti in grandi quantità, ma solo con scopi chiari, ben precisi e dichiarati. Inoltre i cittadini europei avranno la possibilità di accedere gratuitamente a una procedura alternativa di risoluzione (in gergo ADR), oppure un intervento diretto delle autorità nazionali sulla protezione dei dati, in Italia il Garante sulla Privacy, che lavoreranno con la Federal Trade Commission americana per assicurare il buon esito dei reclami in arrivo dai cittadini dell’Unione.
«I flussi di dati tra i due continenti sono essenziali per le nostre società e le nostre economie – ha spiegato Andrus Ansip, vicepresidente della Commissione per il mercato unico digitale – e ora abbiamo un accordo robusto che fa si che questi scambi avvengano nelle migliori condizioni possibili». «Il patto – ha aggiunto il Commissario per la Giustizia, Věra Jourová – rigenererà la fiducia dei consumatori una volta che i loro dati salperanno oltre l’Atlantico».