Applicazione del diritto Ue, diminuisce il ritardo dell'Italia
Sono solo 89 le procedure d'infrazione aperte contro l'Italia nel 2015 contro le 135 del 2011. Il risultato è ancora più evidente se si guarda al problema del tardivo recepimento delle direttive: nel 2015 sono stati denunciati solo 18 casi, mentre il nostro Paese era stato messo sotto osservazione ben 73 volte cinque anni fa. Sono i dati contenuti nella 33a reazione annuale della Commissione europea, presentata il 18 luglio scorso, sull'applicazione delle regole europee nei Paesi membri.
La relazione analizza i risultati ottenuti dagli Stati membri nei principali ambiti di applicazione del diritto dell'UE ed evidenzia le principali tendenze della politica in materia di enforcement nel 2015. Uno dei settori chiave è il mercato unico, che rimane il bene più prezioso dell'Europa per milioni di cittadini e imprese che beneficiano ogni giorno dalla libertà di vivere, lavorare e commerciare in 28 Stati membri, sicuri nella consapevolezza che un insieme chiaro di norme disciplina le loro relazioni.
La Commissione avvia procedure d’infrazione quando uno Stato membro non pone rimedio ad una presunta violazione del diritto dell’Unione. Due scenari possono far scattare la procedura: il primo, quando uno Stato membro non notifica le misure nazionali di recepimento di una direttiva europea nel diritto nazionale entro la scadenza concordata; il secondo, quando la normativa di uno Stato membro non è in linea con la legislazione UE oppure quando il diritto UE non è correttamente applicato dalle autorità nazionali.
Il numero totale di procedure di infrazione è a un livello costantemente inferiore rispetto a cinque anni fa, sia in Italia che in tutta la UE. Ciò dimostra che in molti casi il dialogo strutturato con gli Stati membri prima dell'avvio di una procedura d’infrazione può essere uno strumento efficace.
Evidenzia inoltre la determinazione della Commissione a cooperare con gli Stati membri per migliorare la conformità in una fase precoce, risolvendo rapidamente infrazioni potenziali, a vantaggio dei cittadini e delle imprese.
La Commissione si è impegnata a garantire che gli Stati membri recepiscano le direttive europee nel loro ordinamento giuridico nazionale entro i termini previsti. I ritardi nel recepimento del diritto dell’Unione impediscono ai cittadini e alle imprese di trarre beneficio dei vantaggi del diritto UE, incidono negativamente sulla certezza giuridica complessiva e pregiudicano la parità di condizioni nel mercato unico.
Nel 2015 il numero di nuove procedure d’infrazione per ritardo di recepimento è leggermente diminuito rispetto al 2014. Per facilitare un tempestivo recepimento la Commissione ha continuato ad assistere gli Stati membri mediante l’elaborazione di piani di attuazione, siti web dedicati e documenti di orientamento, nonché lo scambio di migliori prassi in riunioni di gruppi di esperti.
In caso di mancato recepimento di una direttiva in uno Stato membro entro il termine convenuto, la Commissione continua a fare pieno uso del sistema delle sanzioni finanziarie introdotto con il trattato di Lisbona: essa ha deferito sei casi alla Corte di giustizia dell’Unione europea, chiedendo l'applicazione di sanzioni finanziari. Nessuno di questi casi ha riguardato l'Italia nel corso del 2015.
Ma il tardivo recepimento non è l'unico problema del diritto UE. Un tempestivo ricevimento, infatti, non corrisponde necessariamente ad un corretto recepimento. Lo strumento atto a monitorare questa situazione il quadro di valutazione del mercato unico.
Esso valuta come gli Stati membri dell'UE applicano le norme europee e individua le lacune in cui i paesi dell'UE dovrebbero intensificare i loro sforzi. In funzione della loro prestazione nel 2015, agli Stati membri sono stati assegnati cartellini verdi (buono), gialli (medio) e rossi (inferiori alla media).
Fra i progetti considerati buoni in Italia vi sono EURES, la Tua Europa e Investimenti Esteri Diretti, mentre da migliorare il settore degli appalti pubblici e delle qualifiche professionali.
Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea
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