Agosto, sole e tivù e non ci pensi più! Arrivederci a settembre!
Ebbene sì, per gli italiani che per svariati motivi non potranno andare ai monti o al mare, ma soprattutto per molti pensionati della fascia “pensione minima” o sofferenti di patologie più o meno invalidanti, la tivù, nel periodo agostano, rappresenta un modo, se non addirittura l’unico, di trascorrere il tempo.
Ore e ore davanti al monitor, a districarsi tra repliche e controrepliche, tra gossip e talk show di politici arrabbiati cronici o quasi, che ripetono il ritornello di cosa si dovrebbe fare per risollevare le sorti di questo sfortunato Paese, tra corsi e ricorsi di cucina carnivora, pescivora, vegana, stellare, lunare, con ingredienti da trovare con mesi di ricerche nei negozi in cui accendi un mutuo prima di arrivare alla cassa!
E via a sfornare e guarnire piatti colorati, freschi, caldi, tiepidi, ibernati!
E il pensionato guarda. E impara. E pensa, che una cucina così è talmente fantastica che la sognerà stanotte, tra l’effetto dell’antiipertensivo e l’antidolorifico, così sarà ancora più sereno e appagato da tale abbondanza.
Pagare il canone è un dovere, visto altresì l’obbligo inserito nelle utenze elettriche, ma ci dovrebbe essere il diritto di poter scegliere una tivù vera, qualificante, sana.
Di vero ci sono sicuramente gli stipendi dei dirigenti Rai, resi pubblici nei giorni scorsi.
Al di là di qualsiasi giudizio morale e etico, ci si dovrebbe chiedere se questa pacchia possa ancora essere sostenibile in un Paese ormai alla frutta. Un Paese sfibrato, sfinito - alla faccia delle trasmissioni culinarie - senza futuro, dove sta saltando il patto generazionale di sostegno alla povertà.
Ma suvvia, per non essere tristi, basta cambiare canale e rivedere per l’ennesima volta le repliche in bianco e nero, con l’immenso Totò a chiederci se siamo "uomini o caporali"…!
Chissà, bisognerebbe chiederlo agli italiani disoccupati o della “pensione minima”, quella davvero a conduzione familiare che però, a dispetto del nome, non si trova a Milano Marittima o a Jesolo.
E’ una pensione senza stelle, illuminata da una tivù sempre accesa, come il sole d’estate.
Ma è una tivù tirchia, che non ti regala nulla, nemmeno l’abbronzatura compresa nel prezzo!
Buone vacanze e arrivederci a settembre!
Cristina De Rossi