Dal 2017 buone novità per la previdenza delle 'partite Iva'
Ci sono stati gli anni alla fine del secolo scorso che questa ‘flessibilità’ è stata propagandata come una grande conquista. Il secolo scorso, appunto, perché nell’ultimo lustro il ‘popolo delle partite iva’ ha scoperto a cosa fosse stato condannato e tutti i limiti della sua precarietà lavorativa.
Oggi una partita Iva iscritta a «Inps 2» paga il 27% del reddito, più un altro 0,72 per cento per limitate prestazioni assistenziali. Un’aliquota congelata due anni fa, e che nelle intenzioni del legislatore avrebbe dovuto già salire al 33 per cento dei lavoratori dipendenti. Per i collaboratori a progetto quella soglia è ormai vicinissima: oggi è al 32%, nel 2018 sarà equiparata.
Dopo anni di proteste, il Governo Renzi è ora costretto a cambiare musica e sul tavolo del sottosegretario Tommaso Nannicini c’è un dossier pronto a confluire nella legge di bilancio e che dal primo gennaio introdurrà due novità sostanziali. La prima è la cancellazione di ogni aumento per le partite Iva, e la riduzione dell’attuale aliquota dal 27 al 25%, appena un punto in più di ciò che oggi l’Inps chiede ad artigiani e commercianti.
Salirà invece di qualche decimale (fino all’1 o all’1,25 per cento) la quota destinata al finanziamento delle prestazioni assistenziali, che verranno allargate.