Venezia 73 - La buia notte dell'America suburbana nel film di Tim Sutton
Narrativamente l’opera di Sutton è poco strutturata , l’informazione viene data in modo subliminale e non logico . La prima inquadratura del film è quella di un occhio in dettaglio , o meglio , di quel che si pensa possa essere un occhio abbagliato da una luce intermittente blu e rossa. In realtà i due colori sono quelli delle luci della macchina della polizia , mentre una ragazza fissa il vuoto seduta su di un marciapiede , dopo che in un cinema è appena avvenuto un massacro infinitamente distruttivo a vari livelli : per le vittime e le loro famiglie , per il paese , ma anche perché la tragedia corrompe il luogo dove si va per sognare e per condividere il sogno di altri. Un uomo armato è entrato in sala e si scatena sul pubblico dando l’esperienza reale di quel che accade sullo schermo . Genialmente ‘Dark Night ‘ è un film molto stilizzato. Ha davvero la caratteristica obliqua di un sogno e mette in scena una galleria di personaggi solitari ed alienati : un giovane con gli occhi azzurri incollato al suo fucile , un veterano della guerra in Irak incapace di comunicare con chiunque se non col suo arsenale di armi , un teen-ager solitario che si tinge i capelli di rosso , una ragazza ossessionata dalla ginnastica che non smette mai di scattare selfie , un padre scontento e due amici skate-boarder . Lo scollamento e l’alienazione sono tali che ognuna di queste situazioni limite può scoppiare da un momento all’altro. Di fronte a questi personaggi per lo spettatore la linea di demarcazione tra colpevoli e vittime diventa totalmente indistinta : ognuno potrebbe essere il responsabile di ciò che accadrà. Il teen-ager potrebbe portare all’esaperazione la sua frustrazione a non saper comunicare i suoi sentimenti alla ragazza di cui è innamorato , qualche avversità in più ed il vet appena tornato dal fronte potrebbe scoppiare , la ragazza dei selfie quando si unisce al ‘survivors group’ sottende qualche segreto inquietante… Come dice il regista :’ Era importante che fossero dei personaggi riconoscibili dell’America suburbana di oggi . siamo tutti molto più vicini ad un gesto del genere di quanto si sia disposti ad ammettere. ‘
Il racconto cinematografico si pervade allora di un senso d’inquietudine poiché nulla è più certo fino all’ultimo fotogramma. E’ una tragedia americana in via di formazione che si realizza nel luogo dove si tenta di sfuggire alla banalità della vita di ogni giorno.
Nel film i personaggi entrano ed escono da una successione di edifici quadrati , parcheggi e deserti di asfalto , un paesaggio da cui è quasi totalmente esclusa la natura con la sua valenza catartica. Ma contrariamente ad 'Elephant' di Gus Van Sant , cui potrebbe essere paragonato , 'Dark Night ' è un film sulla piu' sconvolgente violenza senza essere violento .
Raccontato nel giro di una giornata , intersecando violenza , tecnologia e morte , è un pezzo di pura poesia che ondeggia sulle emozionanti note di Maica Armata . L'artista franco-canadese che ha pure un piccolo ruolo nel film , con la sua voce triste e le note stranianti di una cupa chitarra , è parte integrante della struttura fisica del film , insieme alla fotografia straniante di Hèléne Louvart . Straordinaria direttrice della fotografia , già in 'Pina 'di Wim Wenders ed in 'Corpo Celeste ' della nostra Alba Rohrwacher, diplomata nel 1985 al prestigioso Lumiere College di Parigi , ha lavorato con piu' di 59 registi tra cui Agnes Varda , Jacques Doillon ; Leo Carax in soli 22 anni.. Qui la sua fotografia è visivamente stupefacente , quasi sempre formulata per esprimere un sentimento sinistro. Grazie a questa peculiarità lo spettatore , che nella vita occupa la distanza del testimone , acquista in questo film basato sull'atto del guardare , la possibilità davvero sconcertante di diventare protagonista .
MARIATERESA CRISIGIOVANNI