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Dal girasole all’energia pulita ed economica

15/11/2006
Dal girasole all’energia pulita ed economica, prodotta direttamente nelle aziende agricole grazie al primo impianto in filiera per la produzione di olio vegetale e olio esterificato (biodiesel), dai quali è possibile ricavare energia elettrica e calore. Un passo avanti nella ricerca di fonti energetiche rinnovabili e alternative al petrolio, pulite e in grado di incrementare il reddito dell’impresa agricola. Oggi, nella sede di Este del Consorzio Agrario, Coldiretti Padova e Consorzio Agrario di Padova e Venezia hanno presentato alla stampa e agli imprenditori agricoli l’impianto ad uso aziendale per la produzione di biodiesel dai semi di girasole.

Si tratta di un impianto già utilizzabile dalle aziende agricole, in grado di coprire l'intera filiera produttiva e ottenere così energia elettrica e calore abbattendo l'inquinamento e riducendo i costi. L’impianto presentato ad Este consente di spremere 50 kg di girasole all’ora, ricavando il 35% di olio vegetale puro e il 64% di pellet. L’olio vegetale puro, di per sé è già un carburante ma nello stesso tempo può essere impiegato anche nell’industria alimentare. Il pellet invece può essere utilizzato per l’alimentazione zootecnica o come combustibile solido.

Il successivo passaggio è l’esterificiazione, vale a dire il procedimento chimico di trasformazione dell’olio vegetale in biodiesel aggiungendo alcol metilico e soda caustica. L’impianto di esterificazione presentato consente di lavorare 50 litri di olio vegetale all’ora, aggiungendo circa 8 litri di alcol metilico e 150 grammi di soda caustica e arrivando così a produrre circa 54 litri di olio esterificato (biodiesel) e 4 litri di glicerina, utile per l’industria farmaceutica.

Nella dimostrazione di Este sono stati impiegati circa 10 quintali di semi di girasole, dai quali sono stati ricavati 350 litri di olio vegetale e 400 litri di biodiesel. Con questa quantità è stato fatto funzionare un cogeneratore diesel da 10 kwh. A titolo esemplificativo, questo piccolo motore è in grado di fornire energia elettrica per sei mesi a tre famiglie.

Quanto ai costi, l’intera filiera agrienergetica, concepita per la piccola e media impresa, richiede un investimento di circa 40 mila euro, escluso il generatore di elettricità. L’impianto può essere usato con i semi di girasole, colza, soia e le oleaginose.

Pertanto l’impresa agricola potrà essere in grado di produrre dalla propria coltivazione di girasole (o di altre oleaginose) sia combustibile (olio vegetale puro o biodiesel) sia calore che energia elettrica. Da una parte dunque le imprese potranno essere energeticamente autosufficienti, dall’altra potranno incrementare il proprio reddito sfruttando le proprie coltivazioni per ricavare fonti di energia rinnovabile e pulita.

“Le aziende agricole finalmente possono coltivare energia. – spiega Paolo Martin, direttore di Coldiretti Padova – L’olio vegetale puro può essere prodotto direttamente dalle aziende agricole e autoconsumato ma anche impiegato come biocarburante per l’autotrazione. Lo stesso si potrà fare anche per il biodiesel, attualmente prodotto solo su scala industriale. Interessante anche la riduzione degli inquinanti. Con l’olio vegetale è possibile ridurre dell'80 per cento le emissioni di idrocarburi e policiclici aromatici e del 50 per cento quelli di particolato e polveri sottili mentre con il biodiesel si riducono le emissioni di idrocarburi aromatici come il benzene del 50% e di oltre il 70% anidride solforosa. Il girasole, insieme alla colza, alla soia e agli altri semi oleaginosi, sono colture che l'Italia produce in abbondanza e che potrebbe ulteriormente incentivare per contenere i prezzi, uscire da situazioni di crisi ricorrente determinate dal caro petrolio e contribuire al raggiungimento degli obiettivi fissati dal protocollo di Kyoto con la riduzione delle emissioni di gas serra. Le imprese agricole dunque potrebbero incrementare il proprio reddito specializzandosi in questo tipo di coltivazione, contribuendo inoltre alla diffusione di energie alternative e meno inquinanti”.

Un concetto ribadito anche dal presidente di Coldiretti Padova Marco Calaon: “Le aziende agricole acquistano così un valore aggiunto non indifferente. Inoltre possono puntare all’autosufficienza energetica. Per la nostra agricoltura sarebbe un importante passo in avanti, all’insegna della multifunzionalità dell’impresa e della ricerca di fonti di energie alternative. Dotandosi di un generatore le aziende potrebbero persino vendere elettricità all’Enel, calore a strutture pubbliche quali ospedali, case di riposo, piscine, scuole. Lo stesso olio vegetale potrà essere usato per l’autotrazione, in particolare dei mezzi pubblici. Auspichiamo che il Governo incoraggi e favorisca la produzione di biocarburanti intervenendo sulle accise e mettendo in atto altre forme di sostegno alle imprese agricole che scelgono la strada della produzione di energie pulite e rinnovabili”.

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